La scuola sta per subire un nuovo scossone a seguito del disegno di legge del ministro Valditara, passato al Senato e in attesa di essere approvato alla Camera.
Il voto di condotta assume un peso più rilevante.
Ciò – con tutte le sfumature su cui non mi soffermo – in linea di massima assume contorni punitivi piuttosto che educativi.
Si è faticato a lungo per estirpare l’idea che la scuola sia un luogo di pena e di castigo, si è lottato a lungo per fare in modo che l’insegnante giunga preparato al rapporto dialogico con gli studenti, si è lavorato a lungo per costruire una scuola sicura ed accogliente.
Ora ci troviamo a dover affrontare un’inversione di tendenza epocale.
Nonostante le notizie ampiamente divulgate da giornali e notiziari vari, appare chiaro che né il mondo della scuola né l’opinione del cittadino qualunque siano stati scalfiti dallo scenario del futuro prossimo.A stigmatizzare ulteriormente il cambio di prospettiva riguarda ciò che accadrà agli studenti che si macchieranno di aggressioni e violenze a docenti e dirigenti scolastici.
I codici civile e penale contengono già norme chiare sulle sanzioni al riguardo: un insegnante è un rappresentante dello Stato.
Mi soffermo.
Se un insegnante rappresenta – come è tenuto a fare – lo Stato allora a sua volta lo Stato deve scegliere con maggior cura i suoi rappresentanti nella Scuola e soprattutto deve essere pronto a comminare pene e sospensioni a coloro che non sanno insegnare, a coloro che praticano violenze psicologiche agli studenti, a coloro che platealmente si sottraggono agli obblighi professionali, a coloro che predicano la correttezza e praticano l’irresponsabilità.Non è paragonabile il ruolo di uno studente a quello di un insegnante, questo è sicuro.
Usare però due pesi e due misure su due categorie affiancate racchiude un’idea precisa di discriminazione e dunque crea un innesco pericoloso.
Potrà accadere che lentamente e in silenzio le vicende imboccheranno questa china fino a quando più avanti, fra parecchi anni e forse alcuni decenni, qualcuno dovrà fare marcia indietro e costerà fatica, molta fatica.
Se è vero – come è vero – che ogni cosa ha il suo opposto, è anche vero che far convivere due pesi e due misure a volte è un delitto.
Di Stato.
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