Niccolò Zancan
inviato a Varazze
Dove c’erano le vecchie colonie bergamasche, un posto per portare i bambini più poveri al mare, è in corso una gigantesca speculazione edilizia.
Buongiorno, quanto costa uno dei nuovi alloggi in costruzione a Punta dell’Olmo? «Undicimila euro al metro quadrato. Sono diverse grandezze. Dai cento metri in su, a seconda delle esigenze personali». Quando saranno pronti? «Entro due anni e mezzo. Abbiamo già ottenuto il cambio di destinazione uso, manca solo il permesso a costruire. Ma lo avremo presto». E la spiaggia? È vero quello che scrivono i giornali sul fatto che gli alloggi non avranno più un accesso privato alla spiaggia? «I giornali scrivono tante cose, ma lei non si deve preoccupare. Quel tratto di spiaggia, un certo volume, è sempre stato di proprietà delle colonie bergamasche, quindi adesso è nostro. Abbiamo un progetto: costruiremo un ristorante, con uno stabilimento balneare. E sarà dedicato, anche se non in uso esclusivo, ai proprietari dei nostri alloggi».
Le mani sulla Liguria. È difficile chiamare in un altro modo quello che sta succedendo fra Varazze e Celle Ligure, sul promontorio da cui si può guardare tutto il golfo fino al monte di Portofino. Sotto c’è un mare turchese, l’unica tratto di spiaggia libera in chilometri di costa. Sopra ci sono gli alloggi costruiti dalla «Punta dell’Olmo S. p. A.», società partecipata al 100% dalla Spininvest Srl, il cui amministratore unico è Aldo Spinelli e il cui capitale sociale è interamente detenuto dal figlio Roberto Spinelli. È a loro due, al padre e al figlio, che si rivolgeva il presidente della Regione, Giovanni Toti, in una delle intercettazioni più significative agli atti dell’inchiesta sulla tangentopoli ligure: «Guarda che abbiamo risolto il problema sul piano casa di Celle a tuo figlio. Ora facciamo la pratica, si può costruire. L’abbiamo risolto stamattina. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’, che ora ci sono le elezioni. Abbiamo bisogno di una mano…».
Dunque: Toti lavorava per fare ottenere al figlio di Spinelli due permessi ai quali teneva particolarmente. La possibilità di costruire alloggi anche nella seconda ala della ex colonia bergamasca, che aveva come destinazione d’uso un meno redditizio hotel. E poi si prodigava per dargli la possibilità di costruire anche un tunnel di accesso esclusivo alla spiaggia, privatizzandone una parte. E anche in cambio di questo ben di dio, Aldo Spinelli avrebbe finanziato la campagna elettorale di Toti. Era questo l’accordo, secondo la procura di Genova. Uno scambio il cui il risultato era la svendita di un altro pezzo di Italia all’industria del cemento.
Ed eccoci qui. Profumo di glicine e rosmarino. Aria d’estate. La signora che da tutta la vita abita nella villa accanto agli appartamenti in costruzione, si aggira perplessa e guarda verso il mare: «Che spiaggia meravigliosa. Avete visto? Ogni sera soffia la tramontana dalla valle, ripulisce l’acqua, così qui c’è un mare da Sardegna, un mare da isola. Non mi stanco mai di guardarlo. Mi ricordo benissimo quando venivano i bambini delle colonie bergamasche su questa spiaggia. Con i fischietti li facevano tuffare, con i fischietti li richiamano a riva. Privatizzare un tratto di costa così bello sarebbe stato davvero troppo».
L’impresa edile incaricata da Aldo Spinelli, il più importante terminalista del porto di Genova, ha terminato la costruzione dei primi 42 alloggi nel 2020: tutti già venduti. Fra i nomi degli acquirenti, o almeno fra i nomi delle persone che si erano interessate all’acquisto, ci sono Gerry Scotti, Cristiano Ronaldo, Giorgio Squinzi, l’artista Ugo Nespolo e l’ex campione di sci Bruno Gattai. Non è rimasto un solo alloggio vuoto. Altri sei appartamenti, con piscina sul tetto, sono stati terminati nel 2023 e subito venduti. Manca l’ultima ala. Lì dove il piano regolatore prevedeva un albergo. Ma una legge regionale fatta ad hoc permette alla società di Aldo Spinelli, adesso, di ricavare altri alloggi di lusso.
«Qui non potete stare», dice l’impresario. «Stiamo lavorando». Il cartello dice: «Comune di Celle Ligure. Demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso in abitazioni del padiglione numero 4 dell’ex colonia bergamasca. Permesso di costruire numero 2991/15938. Data inizio lavoro 26/10/2023. Legale rappresentante Giorgio Sacchi». È lui che sta seguendo il cantiere e le vendite. È lui che ci ha fornito tutte le indicazioni sui prossimi lotti in costruzione. «I primi alloggi li abbiamo venduti a 8 mila euro al metro quadro, ma adesso siamo a 11 mila perché il costo delle materie prime è aumentato». La sindaca di Celle Ligure, Caterina Mordeglia, dice soltanto: «Non commento l’inchiesta. Ma questo compendio immobiliare, tutta l’operazione, è stata avviata nell’anno 2017 con la precedente amministrazione. E la possibilità di trasformare anche l’ultima ala delle ex colonia bergamasca in edilizia residenziale è dovuta a una modifica della legge regionale datata 2020. Ci è stata chiesta l’attuazione di quella legge. A quel punto, il Comune cosa poteva fare?»
Restava da prendere la spiaggia. Toti e Spinelli parlavano così: «Incominciamo a mettere un piede dentro e poi vediamo». Per poter dare la concessione balneare, Toti e l’allora sindaco di Varazze, Antonio Bozzano, avevano escogitato un piano. Dietro «la razionalizzazione delle concessioni», nascondevano il trucco: volevano far passare la scogliera di Lungomare Europa, fra Varazze e Cogoleto, come «tratto di costa libero». Per poter rendere privato il tratto di spiaggia che serviva a Spinelli. Come se gli scogli o la sabbia fossero la stessa cosa.
«Ripeto. Quel tratto di spiaggia è sempre stato di proprietà delle colonie bergamasche. Faremo un ristorante, metteremo gli ombrelloni», dice l’uomo di Aldo Spinelli a Punta dell’Olmo. È un messaggio agli acquirenti. Passati e futuri. La speculazione edilizia non si ferma. I residenti avranno la loro spiaggia. Così come promesso al momento della firma sul contratto. —