silvia campese
savona
La bufera giudiziaria, che ha travolto la Liguria decapitando Regione, porto e mondo imprenditoriale, arriva a ridosso delle elezioni amministrative. L’ 8 e 9 giugno prossimo nel Savonese voteranno 40 Comuni su 69. Costituendo un doppio banco di prova. Da una parte per il centrodestra: bisognerà capire quanto peseranno sul voto locale i fatti che hanno coinvolto il presidente Giovanni Toti e il suo movimento, “Cambiamo”.
Sarà un tavolo di prova anche per il centrosinistra: per capire quale sia, ora, la strada da intraprendere. Soprattutto quali le alleanze, anche in vista delle regionali. Che potrebbero essere convocate già a ottobre, se il governatore darà le dimissioni.
Partendo dal centrodestra, lo smarcamento da Toti, nel Savonese, era partito già a fine 2023 e, poi, nei mesi successivi. Quando un lungimirante Angelo Vaccarezza, ex capogruppo in Regione di “Cambiamo”, era uscito dal partito del governatore per rientrare in Forza Italia. Da quel momento, con un lavorio lento e continuo, aveva dato il via a una lenta erosione di nomi, anche importanti, emigrati da “Cambiamo” a Fi. Andando a incidere anche sulle amministrative, come nel caso di Finale Ligure. Il vicesindaco uscente, Andrea Guzzi, vicino al mondo leghista ma sostenuto da una parte di Pd, si sfiderà con l’ex presidente di Unione Industriali Angelo Berlangieri, sostenuto da Vaccarezza, quindi da Fi, e dai meloniani.
La diaspora è continuata da “Cambiamo” verso Fi, con l’adesione, del presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, del carcarese Franco Bologna e della consigliera varazzina Carla Callandrone, solo per citarne alcuni.
Sul centrodestra, poi, incombe un altro ostacolo legato indirettamente a Toti: il rigassificatore. L’impianto Snam, sostenuto con forza dal governatore e dalla sua giunta, è uno dei temi più discussi. Tanto che la Lega stessa aveva preso le distanze, in tempi non sospetti, dalle posizioni di Toti. C’è infine la sanità. Altro tema che pesa sul centrodestra: la politica totiana di privatizzazione potrebbe incidere soprattutto su Albenga, dove il futuro dell’ospedale santa Maria di Misericordia è sempre più incerto.
Se nel centrodestra le incognite sono tante, non va meglio nel centrosinistra. Che, almeno alle amministrative di giugno, non ha trovato l’unità e il campo largo, tanto auspicato dai leader. Sì, perché le fratture, in alcuni Comuni, sono state evidenti. È il caso di una realtà piccola, ma significativa come Quiliano. Qui le liste di centrosinistra sono due: quella del sindaco uscente, Nicola Isetta, e quella di uno degli sfidanti (la terza lista è di centrodestra), Rodolfo Fersini, sostenuto dal Pd locale, in rottura con le indicazioni dei Dem regionali. Stessa dinamica a Finale, dove il Pd è spaccato sul nome di Guzzi.
Il segretario regionale Dem, Davide Natale, parla di campo largo, in vista delle regionali: dalla sinistra estrema ai moderati di Azione e Italia Viv, passando per i Cinque Stelle.
Il tempo per le alleanze è poco. In questo senso, il banco di prova delle amministrative può fornire preziose indicaz ioni. Tanto al centrosinistra quanto al centrodestra. —