Luisa Barberis
Savona
Operatori socio sanitari in presidio sotto la sede dell’Asl per rivendicare nuove assunzioni in corsia. La pioggia di ieri non ha fermato le rsu che, sostenute da Cgil, Cisl e Uil, si sono ritrovate in piazza Pertini per sensibilizzare l’azienda rispetto alla necessità di scorrere subito la graduatoria degli oss, che oltretutto è in scadenza a settembre. Per le rsu all’appello mancano almeno 50 unità di personale. L’Asl si è resa disponibile a scorrere ulteriormente la graduatoria, valutando 10 nuove assunzioni, che andranno a sommarsi alle 15 stabilizzazioni già deliberate nei giorni scorsi.
«Siamo stati costretti a manifestare, perché oggi il numero degli oss in servizio è insufficiente rispetto alle mansioni che il personale deve assolvere – hanno spiegato le rappresentanti rsu Anna Mortara, Cristina Buscaglia e Marco De Rosa -. La situazione sta diventando complessa: i turni di lavoro sono molto pesanti, capita di dover saltare i riposi per via della carenza di personale. Per questo abbiamo chiesto all’azienda di scorrere la graduatoria, che è ancora ampia, e rinforzare gli organici: oggi gli oss sono indispensabili per garantire l’assistenza. Oltretutto, un maggior numero di oss consentirebbe anche agli infermieri, anch’essi in crisi di organici, di esplicare meglio le proprie mansioni. Auspichiamo in un intervento dell’Asl».
Un’apertura è già arrivata. Ieri la direttrice amministrativa dell’Asl, Laura Lassalaz, ha incontrato le rsu, spiegando che: «Condividiamo la necessità di rafforzare gli organici e per questo l’Asl ha già stabilizzato 15 oss che erano inquadrati a tempo determinato, prolungando di 3 mesi anche i contratti che erano in scadenza a marzo, per dare continuità all’assistenza. Ora stiamo portando avanti ulteriori ragionamenti: la graduatoria vigente è in scadenza e per questo stiamo valutando una decina di ulteriori nuove assunzioni, che potranno essere formalizzate nei prossimi mesi». A preoccupare rsu e sindacati è anche un nuovo fenomeno: «Registriamo un elevato tasso di abbandono della professione oss. Ben 5 operatori su 15 hanno rifiutato la prima chiamata dell’azienda».