CREATA UNA CABINA DI REGIA AFFIDATA A LIGURIA DIGITALE. MAGGIORANZA CONTESTATA SUL BUCO DI OLTRE 140 MILIONI

Emanuele Rossi
Il disavanzo della sanità ligure supera i 140 milioni ma la Regione punta a chiudere i conti a marzo in modo da evitare il piano di rientro forzato, chiedendo alle Asl e agli ospedali un piano per recuperarne 70. Nel frattempo, però, il presidente Giovanni Toti non intende fare marcia indietro sull’operazione di recupero dei tempi di attesa per le prestazioni e ieri in giunta è stata istituita una specifica Cabina di regia, che avrà il compito di individuare e applicare le soluzioni operative per massimizzare l’effetto dei 50 milioni stanziati dal bilancio regionale per far crescere l’offerta di visite, esami, prestazioni chirurgiche eccetera.
Sarà questo, in estrema sintesi, il compito del nuovo organismo presieduto dall’assessore Angelo Gratarola e coordinato dal numero uno di Liguria digitale, Enrico Castanini. Il pool si avvarrà di una segreteria tecnica il cui compito sarà quello di fornire supporto all’attività della Cabina di regia stessa, insieme ai Coordinatori dei Dipartimenti Interaziendali Regionali (i Diar) e a un team di esperti e società del settore. La Cabina di regia non avrà – sostiene la Regione – alcun impatto economico. «La riduzione delle liste d’attesa, vista l’importanza vitale che riveste per tutti i liguri, richiede sicuramente un modo straordinario di lavorare, operando insieme, di concerto, eliminando quei passi intermedi che spesso rallentano gli interventi – spiega Castanini – abbiamo già sul tavolo ventidue proposte». Tra queste ci sono l’utilizzo dell’overbooking su alcune tipologie di esami e l’ingresso di tutte le agende (anche quelle gestite a livello locale da Asl e ospedali, pari a circa il 35% delle prestazioni) in un sistema centralizzato di Cup.
L’idea di accettare più prenotazione degli slot orari disponibili per l’utilizzo di una macchina di diagnostica nasce dall’osservazione degli appuntamenti a cui i pazienti non si presentano. «Non basta l’attività di recall, basandoci sullo storico e sui dati possiamo capire con una certa precisione quanti slot andranno deserti e fare in modo che invece le macchine vadano a pieno ritmo – ha spiegato Castanini – l’esempio delle compagnie aeree è improprio perché staremo sotto un livello di rischio: nessuno verrà rimandato a casa dopo avere preso un appuntamento».
Un’altra delle azioni previste, ha spiegato Toti, è l’individuazione di livelli benchmark per l’utilizzo dei macchinari che devono essere raggiunti da tutti i reparti. «Con la chiusura della gara per la diagnostica e con lassegnazione dei primi lotti, le stesse aziende sottoscriveranno in tempi rapidi i contratti pari a sette milioni di prestazioni aggiuntive che apriranno le liste di prenotazione in tutta la regione. Parallelamente, verrà aperto il bando di gara per la chirurgia a bassa e media complessità, prima con l’ortopedia e poi a seguire con le altre specializzazioni. Altri 35 milioni che entreranno nel circuito della sanità ligure», dice il presidente.
«La nostra risposta si basa su tre grandi pilastri: l’ottimizzazione dei processi dal punto di vista organizzativo e informativo, la spinta all’appropriatezza condivisa con i medici di medicina generale e l’aumento della produzione, che ha già avuto numeri importanti nel 2023 con una crescita della specialistica ambulatoriale del 10%», aggiunge il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi.
Ma tutto questo dovrà fare i conti con l’indicazione data ai direttori generali di recuperare 70 milioni per evitare il piano di rientro, conseguenza delle spese sostenute nel 2023. Toti ha confermato quanto anticipato dal Secolo XIX: «Non ho strigliato nessuno perché non sono un maniscalco, ma mi confronto con dei professionisti come i direttori generali, che devono tenere d’occhio anche la sostenibilità. Abbiamo ancora un mese per mettere a posto i conti che hanno ampi margini di miglioramento. Non credo che ci sarà la necessità di un piano di rientro, ma comunque sarebbe la prima volta contro le tre volte del centrosinistra e non intendiamo alzare le tasse né fare operazioni di cartolarizzazione come quelle che ci siamo ritrovati in eredità». Parole che non placano certo le opposizioni. «Toti è passato dal piano restart al piano default – dicono Luca Garibaldi e Davide Natale del Pd – ora assisteremo ad altri tagli. Si chiuda Alisa che ha dimostrato di non funzionare e costa 400 milioni». Gianni Pastorino di Linea condivisa chiede a Toti di non autoassolversi e non scaricare la colpa sui manager appena riconfermati. Fabio Tosi del M5S ipotizza «nuovi tagli» e chiede una riunione urgente della commissione regionale «invece che inaugurazioni e punti stampa». Sul tema interviene anche la Cgil Liguria con una nota: «Qualche mese fa il presidente Toti ha annunciato ai sindacati confederali che sarebbero disponibili 50 milioni di euro da destinare al taglio delle liste d’attesa. Ci chiediamo, visto anche il presunto buco di bilancio, quanti ne siano veramente disponibili e soprattutto se verranno indirizzate per rispondere alla necessità di rafforzare il sistema pubblico o saranno solo disponibili per il mercato privato». —