L’OSPEDALE SAN PAOLO TRA I PRIMI IN ITALIA A SPERIMENTARE LA NUOVA TECNOLOGIA PER INDIVIDUARE RAPIDAMENTE FRATTURE E LESIONI

luisa barberis
L’ultima parola spetta sempre all’uomo, ma ora l’intelligenza artificiale diventa un’alleata preziosa per i radiologi e li supporta nel confermare le diagnosi, specie in casi complicati come pazienti con più traumi.
I riflettori si accendono sull’ospedale San Paolo di Savona: i medici del reparto guidato da Alessandro Gastaldo, direttore del dipartimento di Diagnostica della Asl, sono stati tra i primi in Italia a utilizzare un algoritmo di intelligenza artificiale per individuare in modo rapido le fratture ossee.
«Il software era stato validato in Francia, noi lo abbiamo usato per un anno in via sperimentale, adattandolo alle esigenze del reparto e del pronto soccorso – spiega Gastaldo –. Da quello è nata una presentazione al congresso nazionale della Società italiana di radiologia medica (Sirm, ndr) e una pubblicazione su una rivista europea del settore, nella quale abbiamo mostrato i nostri risultati. Ora l’Asl ha acquistato il software e da febbraio questa tecnologia verrà adottata in tutte le radiologie dell’azienda savonese».
La macchina al posto dell’uomo, quindi?
«Va chiarito che la tecnologia non sostituisce l’attività del radiologo – precisa Gastaldo -, ma lo aiuta nella diagnosi, specie in pazienti che presentano più di un trauma. In sostanza, il tecnico radiologo effettua le lastre a un paziente e le invia al sistema informatico del reparto, a questo punto entra in gioco il software, che le analizza e restituisce un responso, evidenziando sull’esame stesso i punti dove è probabile che ci sia una o più fratture». A Savona ora guardano anche altre radiologie italiane: alcuni medici sono venuti al San Paolo da Alba, Aosta e dal Cto di Torino per vedere il funzionamento del software, altri hanno preso contatti per adottare l’intelligenza artificiale.
«È sempre il radiologo che decide se confermare o meno la frattura ed effettua la diagnosi – precisa Gastaldo –, ma questo sistema è in grado di mettere in scaletta le lastre in base all’urgenza dei problemi riscontrati. Un aspetto determinante per il pronto soccorso. Inoltre, quando un paziente viene sottoposto a più esami, dopo un incidente stradale o eventi traumatici, permette di tracciare velocemente un quadro d’insieme». Giovedì il modello Savona è stato al centro di un webinar (Il titolo era “L’intelligenza artificiale al lavoro: come può aiutare il radiologo nel 2024”) organizzato proprio dalla Sirm, che conta 13 mila iscritti.
«Con orgoglio siamo stati i primi a poter utilizzare questo nuovo prodotto informatico – interviene Duccio Buccicardi, radiologo del San Paolo, responsabile del progetto di intelligenza artificiale, oltre che moderatore del webinar –, e ora la tecnologia offre opportunità impensabili fino a qualche tempo fa. Dal momento in cui l’intelligenza artificiale è entrata nelle nostre vite, dai telefoni cellulari alle applicazioni per la casa, i risultati sono stati evidenti. In medicina questo concetto corre ancora più veloce. In senso generale, l’intelligenza artificiale può supportare l’uomo nella diagnosi, ma è utile anche in tutto il processo di presa in carico del paziente, dal momento del suo arrivo in radiologia a quando gli viene consegnato il referto. Nello specifico, il nostro progetto si è basato su un algoritmo, che non solo era stato programmato in modo da essere altamente selettivo, ma, a differenza di un medico in carne ed ossa, non si stanca mai, non si deconcentra e non risente di fattori esterni. Presto il software sarà disponibile in tutta l’Asl, ma è solo il primo passo di un processo di ammodernamento della Radiologia savonese e dei grandi macchinari. Un esempio su tutti: a Cairo tra qualche mese verrà attivata una Tac di ultima generazione, sarà la più moderna della provincia, dopo che il vecchio mezzo si era rotto. Questi investimenti, sommati all’intelligenza artificiale e alla professionalità del personale, consentiranno di garantire un’offerta di primo piano». —