IL PRESIDENTE DELLA REGIONE DOPO LA STRIGLIATA AI DIRETTORI GENERALI: “I NUMERI NON SONO UN PROBLEMA, ALLA FINE TORNERANNO”

Emanuele Rossi
Nonostante i milioni investiti con il piano “Restart”, nonostante le prestazioni acquistate dai privati, nonostante le innovazioni del sistema di prenotazione online, la situazione delle liste di attesa resta il tallone d’Achille della sanità ligure. Il presidente della Regione Giovanni Toti lo sa bene e dopo avere annunciato lo stanziamento di 50 milioni extra per l’acquisto di prestazioni nel 2024, a porte chiuse ha strigliato i direttori generali, come raccontato dal Secolo XIX. Perché le attese portano al ricorso al privato ma anche alle “fughe” di pazienti fuori regione, piaga per il bilancio regionale da 51 milioni l’anno.
Toti ieri, a margine di un evento al San Martino, ha allontanato lo spettro del disavanzo, che a conti ancora aperti sarebbe arrivato a quota 150 milioni: «I conti non si fanno al terzo trimestre ma con i consuntivi», ha detto il presidente. «Come dal 2018 allo scorso anno, nell’ultimo trimestre, messe in fila tutte le partite del bilancio e messa a posto la contabilità, il disavanzo sarà molto inferiore e, comunque, non ci ha mai preoccupato. Da quando governiamo noi, i buchi da cento milioni di euro non ci sono mai stati, a differenza di quando governava chi oggi urla al lupo al lupo».
E però ha ribadito quanto detto ai direttori di Asl e ospedali: sulle attese bisogna cambiare marcia: «C’è bisogno di una serie di interventi strutturali e per quanto riguarda la Regione faremo tutto quello che è possibile nella legislazione regionale. Poi mi auguro che il governo, oltre ai tre miliardi di euro in più, metta mano non solo alla legislazione nazionale per quanto riguarda l’approccio della sanità ma anche, visto che siamo in fase di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, finalmente ci si muova su quei tetti di spesa, su tutti quei lacci e lacciuoli, che impediscono al sistema pubblico di essere competitivo rispetto a molte a molte specialità sul sistema privato», ha detto il presidente della Regione.
Sui conti della sanità ligure va all’attacco il Pd, mentre si apre la sessione di esame della manovra di bilancio del consiglio regionale: «Nella relazione del bilancio si parla di 35 milioni come “fondo integrativo aggiuntivo corrente destinato alle aziende ed enti del servizio sanitario regionale”. È il ripiano del disavanzo sanitario», sostiene il capogruppo del Pd Luca Garibaldi. «Altro che “azzeramento del disavanzo” di cui parlava Toti negli scorsi anni: il buco c’è e conferma la situazione estremamente difficile dei conti della sanità ligure».
Ma i tecnici del bilancio regionale replicano: sono i soldi per le prestazioni aggiuntive e per il recupero delle liste d’attesa, a cui si aggiungeranno 15 milioni dal riparto nazionale per arrivare proprio ai cinquanta annunciati per la manovra. Da capire ancora se le risorse siano solo per il 2024 o possano estendersi al 2025.
Gianni Pastorino, capogruppo di Linea condivisa, riprende invece la notizia della strigliata ai direttori generali come dimostrazione della situazione grave della sanità: «Il re è nudo e, nonostante le rassicurazioni o le arroganti risposte date da Toti e dall’assessore alla sanità alle numerose richieste delle opposizioni, ora appare evidente che la questione delle liste d’attesa è determinante. Le cittadine e i cittadini liguri stanno perdendo il diritto a potersi curare, alcune visite diventano addirittura impossibili da prenotare. Allora è ancora più vincente la nostra scelta di avere aperto lo Sportello Diritto Salute (che fornisce assistenza legale a chi non riesce a trovare un posto per interventi e visite, ndr) che proprio sul ritardo delle prestazioni sta puntando il dito e mettendo in evidenza le difficoltà del sistema sanitario ligure: abbiamo già decine di appuntamenti». —