Il Pd chiede di rinviare il documento in commissione: “Violate le procedure, faremo ricorso”. Toti tira dritto e istruisce i suoi: “Respingete le proposte della minoranza”. Poi la bagarre e la sospensione

Genova. Era annunciata battaglia e così è stato: è partito all’insegna dei veleni il consiglio regionale chiamato a votare il piano sociosanitario 2023-2025 della Liguria. Ad accendere la miccia è stato il Pd che, in apertura della seduta, ha chiesto di rinviare il provvedimento in commissione denunciando vizi di tipo procedurale e annunciando il ricorso al Tar. Nessuna apertura dal presidente Giovanni Totiche ha chiesto anzi alla maggioranza di bocciare tutte le proposte dell’opposizione. Poco prima delle 13.00 i lavori sono stati sospesi perché alcuni consiglieri di minoranza si sono seduti in mezzo all’aula e l’hanno “occupata” in segno di protesta.

Chiediamo di rimandare il provvedimento in commissione: la delibera contiene 15 emendamenti, definiti tali in seguito all’interlocuzione col ministero della Salute, ma il documento approvato a marzo dalla giunta disponeva che eventuali proposte del ministero della Salute fossero sottoposte alla competente commissione consiliare. È evidente che le procedure stabilite non siano state rispettate – ha accusato il capogruppo del Pd Luca Garibaldi -. Se il ragionamento ancora non bastasse, la nota contenente il parere del ministero della Salute si riferisce a un piano diverso da quello che abbiamo discusso. Se questo è il modo di iniziare la discussione dopo nove mesi non funziona. Prendete atto che avete sbagliato la procedura, sospendiamo il Consiglio e rimandiamo il provvedimento in commissione”.

Non esiterò a mettere in campo tutte le azioni giuridiche necessarie”, ha aggiunto poi Gianni Pastorino di Linea Condivisa paventando un ricorso al Tar. “Abbiamo interpellato legali che ci hanno detto che potrebbero esserci vizi procedurali“, ha aggiunto il consigliere e segretario regionale del Pd Davide Natale. Lo stesso Garibaldi ha ribadito che “il provvedimento è passibile di impugnativa“.

Ma il presidente Giovanni Toti ha deciso di tirare dritto: “per ragioni sostanziali, perché le modifiche inviate dal ministero non sono ritenute sostanziali dalla giunta, e per ragioni formali, perché l’aula è sovrana e i provvedimenti che approva sono modificabili fino al termine della discussione generale. Ritengo queste proposte una pura tecnica dilatoria e l’inizio di un filibustering piuttosto lungo, quindi chiederei alla maggioranza di respingere ogni proposta delle opposizioni senza che io debba dare parere negativo”.

Dopo una lunga discussione – in cui non sono mancate accuse “al veleno” a livello personale – il presidente Gianmarco Medusei ha messo in votazione la questione pregiudiziale e la sospensiva, entrambe bocciate grazie al voto contrario di tutta la maggioranza. Medusei ha quindi deciso di avviare la discussione sul piano sociosanitario nonostante ci fossero tre consiglieri di minoranza iscritti a parlare. A quel punto Fabio Tosi e Paolo Ugolini del M5s e Gianni Pastorino di Linea Condivisa sono andati a sedersi al centro dell’aula in segno di protesta, la seduta è stata sospesa e altri colleghi di opposizione hanno “occupato” simbolicamente il Consiglio. I lavori sono poi ripresi nel primo pomeriggio. 

Il documento, che rappresenta lo strumento di programmazione strategica e di definizione degli obiettivi della sanità pubblica, era stato fortemente criticato dall’opposizione, che dopo averlo definito una “scatola vuota”, ha infatti annunciato di presentare una lunga lista di emendamenti. Solo il Partito Democratico he ha presentato un centinaio, con proposte che riguardano praticamente tutti gli ambiti della competenza regionale in materia sanitaria, dai pronto soccorso ai punti nascita, passando per le case di comunità e le centrali operative territoriali.