federico capurso
roma
Anche questo fine settimana l’ex presidente della Camera e volto storico del Movimento, Roberto Fico, è in viaggio per l’Italia. Alcuni giorni fa era a Varese, ieri era sull’autostrada in direzione Avellino, sempre per partecipare a uno dei tanti incontri pubblici che si stanno organizzando nel Paese sull’Autonomia differenziata. O meglio, «contro l’Autonomia», puntualizza lui, «perché è una truffa ai danni del Sud, come iniziano a capire anche dentro Forza Italia». Sabato però non aveva preso impegni, se non quello di essere alla manifestazione del Pd a Roma, insieme a Giuseppe Conte: «Una bella piazza, con una partecipazione importante. Ho avuto sensazioni positive». Con loro, dice Fico, «spero si possa costruire un fronte unito contro la riforma costituzionale delle destre».
«Solo uniti vincete», dicevano i militanti del Pd a Conte in piazza. Hanno ragione?
«Ha ragione chi chiede di costruire un’alternativa a questo governo di destra».
E con il Pd è possibile?
«Sì. Spetta a noi adesso dare impulso a un confronto sui temi. Serve un grande progetto comune per portare il Paese in una direzione diversa da quella fallimentare del centrodestra. In questo senso, il Pd è un interlocutore importante».
Solo un «interlocutore»? Non riuscite a chiamarvi «alleati»?
«La Lega e Fratelli d’Italia sono alleati, eppure litigano costantemente. Noi cerchiamo di essere alleati veri, ma il Pd ha cambiato direzione meno di un anno fa e ora ci sentiamo più vicini al cambiamento voluto da Elly Schlein».
Cosa la convince?
«Sull’Autonomia o sul salario minimo ci sono punti in comune che prima, con Enrico Letta, non c’erano».
Sulla guerra a Gaza però il Pd chiede una tregua umanitaria, mentre voi volete un cessate il fuoco definitivo.
«Non si deve essere d’accordo su tutto. Vogliamo mantenere le nostre identità. Se si arriva a una tregua umanitaria, ben venga, ma l’obiettivo è il cessate il fuoco e che Israele si ritiri da Gaza, perché quello che sta facendo il governo Netanyahu viola il diritto internazionale. Dall’inizio del confitto, dopo gli atroci attentati terroristici subiti, hanno eliminato centinaia di terroristi di Hamas e ucciso migliaia di bambini e civili. Contro chi è questa guerra?».
La preoccupano anche gli atti antisemiti che si ripetono nel mondo?
«Sono da condannare e preoccupano, certo. Si deve distinguere un popolo dal suo governo, soprattutto da quello di Netanyahu, con cui non condivido nulla».
Se possono esserci posizioni diverse nel centrosinistra, perché è così difficile allargare l’alleanza a Calenda?
«Ogni volta che ipotizziamo un lavoro in comune, lui va per la sua strada. Sul salario minimo siamo d’accordo, ma su tanti altri temi, finora, non ha cercato posizioni conciliabili».
Si può costruire un fronte unito contro la riforma costituzionale?
«Spero di sì. Noi ci lavoriamo perché, al contrario della vergognosa propaganda di Bruno Vespa, questa è una riforma pesante, che tocca in modo sostanziale i poteri del Presidente della Repubblica. E sappiamo tutti quanto abbia contato, in questi anni di crisi, l’equilibrio e la saggezza del nostro Presidente, Sergio Mattarella».
Crede che il governo stia cercando di indebolirne il ruolo?
«Sì, perché insegue ciò che vuole da sempre: l’uomo solo al comando. Ricordiamo tutti Salvini che chiedeva i pieni poteri. Ora procedono, anche ai danni del Parlamento. E si vede il rispetto che ne ha Meloni, che sforna solo decreti legge e chiede ai parlamentari di maggioranza di non mettere bocca sulla legge più importante dell’anno, la legge di bilancio. Per forza: è una manovra tutta tasse e tagli».
La riforma procede insieme all’Autonomia. E lei è “contro”, diceva.
«Non solo io. Ho letto su La Stampa che adesso anche il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, di Forza Italia, la critica duramente. Era ora. D’altronde non c’è alcuna garanzia che verrà messo un euro per appianare le distanze tra Sud e Nord. È una gara truccata in partenza». —