Considerato lo sfascio del Ssn, a cui questo governo sembra voler dare il colpo di grazia, sarebbe utile diffondere un nostro diritto, sancito dal Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa (Pngla), che fissa i tempi massimi di erogazione in relazione alla classe di priorità (U, B, D o P) segnalata sulla ricetta: da 72 ore a 120 giorni per gli accertamenti diagnostici e le visite. Se il Cup non riesce a programmare un appuntamento nei tempi previsti, bisogna chiedere l’autorizzazione alla prestazione in intramoenia pagando solo il ticket, se dovuto. La richiesta deve essere inoltrata alla Direzione generale della propria Asl, alla Direzione sanitaria e all’Assessorato alla Sanità della Regione. Anche se alle Regioni e agli ospedali convenzionati, di fatto, è consentito agire oltre la legge, il Pngla è molto chiaro: prevede, dove non sono rispettati i tempi di attesa, il blocco dell’attività libero professionale intramuraria.
Lettera firmata
È tutto vero,
lo dice l’articolo 3 comma 13 del d.lgs. 124 del 1998, richiamato dal Pngla 2019-2021. Ma “spesso questo diritto resta sulla carta, perché gli utenti non lo conoscono e i Cup non li informano”, dice Tonino Aceti, presidente di SalutEquità. Sul sito di CittadinazAttiva c’è il modulo per la richiesta: “Consigliamo però di attendere la risposta se si vuole la certezza del rimborso”, avverte Francesca Moccia di CittadinanzAttiva. In alcune Regioni sono infatti segnalati casi di mancato rimborso, in altre il blocco dell’intramoenia non arriva mai. Moccia farebbe anche parte dell’Osservatorio ministeriale sulle liste d’attesa, che però non funziona: il ministro Orazio Schillaci il 10 novembre ha ammesso che “un monitoraggio efficace non c’è”, per quanto sia previsto da specifiche norme. Otto Regioni fra cui la Lombardia si sono permesse di non fornire i dati ad Agenas, incaricata di un monitoraggio sperimentale; altre sette hanno trasmesso dati parziali. Abbiamo anche le liste chiuse, ovvero prestazioni non prenotabili: è vietato, i carabinieri del Nas hanno segnalato 195 casi a settembre ma nessuno è intervenuto. Perfino i Cup non funzionano in tutte le Regioni. Una sanità pubblica definanziata e male organizzata conviene solo alla sanità privata. E metterci un po’ di soldi serve, ma non basta.
Alessandro Mantovani