Roma, decine di migliaia di persone alla manifestazione voluta dal Pd. E tutti chiedono “unità” per battere Meloni

Luca de Carolis

Sotto il sole di Roma, la segretaria che sente il rumore dei nemici trova la piazza che cercava: non le 50mila persone dichiarate dall’ufficio stampa, ma 10mila sì, forse anche 15mila. “La piazza dell’orgoglio ritrovato del Pd, che vuole allargarsi ancora, perché siamo noi a dover ricostruire il campo progressista e a riunire la sinistra” urla dal palco Elly Schlein, chiudendo la manifestazione nazionale dem. Con la segretaria che riparte da lì, dall’esigenza di “continuare a cercare convergenze con le altre opposizioni, perché sentiamo la responsabilità di costruire un’alternativa”, giura nel suo intervento nella centrale piazza del Popolo.
Cioè un centrosinistra capace di battere la destra “che non vuole governare ma comandare, con il premierato” accusa. Poco dopo Giorgia Meloni le risponderà su Twitter: “Cara Elly, noi vogliamo che siano i cittadini ad avere più potere, dando maggior forza e stabilità all’Italia: ciò che dovrebbe sostenere ogni sincero ‘democratico’”. Ironizza, Meloni. Mentre ha la faccia seria il Giuseppe Conte che arriva in piazza assieme a una delegazione del M5S, guidata da Roberto Fico e dal capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, incassando sorrisi, strette di mano e un costante invito: “Unità, unità, dobbiamo stare tutti assieme per battere la Meloni”.
Conte annuisce, anche quando un ragazzo egiziano gli chiede in inglese di prendere posizione contro i bombardamenti di Gaza. “Hai visto i miei video?” replica. Pochi minuti prima, l’avvocato l’aveva (ri)detto in un post: “La pavidità della politica sulla strage a Gaza è vergognosa: governo, Ue e comunità internazionale si adoperino per un cessate-il-fuoco”. Non era un messaggio a Schlein, giurano i suoi. Ma un modo per rimarcare una differenza sì, nel giorno in cui la segretaria dem rilancia la richiesta di “un cessate-il-fuoco umanitario”, e non è la stessa cosa. Alla vigilia nel Pd erano preoccupati da eventuali provocazioni sul tema guerra in piazza. Ma si nota solo un cartello – “Basta bombardare Gaza”- esposto dai migranti di un centro sociale di Caserta, invitati dai dem. Non ci sono intoppi, nel pomeriggio dem. Ci sono quasi tutti i big del partito. Ovviamente non si vede il presidente della Campania Vincenzo De Luca. Mentre Dario Franceschini arriva pochi attimi dopo Schlein, a rimarcare il suo eterno peso. Sul palco presenta una fedelissima della segretaria, Marta Bonafoni, e apre il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che insiste: “Se siamo uniti possiamo battere la destra”. Tutti invocano unità. A margine del palco il Fatto lo fa notare a Conte, che avrà letto il Corriere della Sera e quel sondaggio che ieri dava il M5S al 17 per cento, un punto sotto i dem. E l’ex premier risponde: “Molti auspicano unione, noi un dialogo con il Pd lo abbiamo e ha già dato frutti: continuerà a farlo, convergendo su nuovi progetti”. E comunque, assicura, “il dialogo è fatto di varie tappe, e la prossima sarà il 25 novembre a Perugia, al congresso di Sinistra Italiana con Nicola Fratoianni (ieri in piazza, ndr)”. Ma la manifestazione? “Ha un bel colpo d’occhio: viste le politiche di questo governo, di piazze così ne vedremo tante altre…”. Dal palco invece parla Stefano Bonaccini. “La luna di miele tra il governo e Meloni sta finendo” sostiene . Ma avverte: “Non è detto che le opposizioni siano percepite come vera alternativa. Ai potenziali alleati sia chiaro che senza il Pd non è possibile che il centrosinistra vinca”. A occhio si riferisce sopratutto al M5S di Fico, che al Fatto dice: “La nostra presenza qui è importante e ha lo stesso senso dell’accordo che abbiamo stretto con il Pd in Sardegna per candidare Alessandra Todde: convergere sui temi”. Dietro il palco, Schlein e Conte chiacchierano fitto.
Poi, alle 17,il discorso di chiusura della segretaria. “Da qui parte una fase nuova” (si) augura. “Abbiamo aperto le porte del Pd, anche alla vostra sana incazzatura”. Riconosce gli errori del passato: “Non abbiamo abolito la Bossi-Fini, abbiamo dato i soldi alla guardia costiera libica”. Rivendica: “Siamo anti-fascisti”. Annuncia : “Il prossimo congresso dei Socialisti europei sarà in Italia”. E fa gli auguri allo spagnolo Pedro Sanchez, “che ha battuto le destre”. Applausi, saluti. Viva Schlein: almeno fino alle Europee.