GIOVANNI VACCARO
I bandi di vendita si susseguono, eppure non si presentano soggetti industriali interessati a rilevare alcune delle aziende strategiche del Savonese. Nel frattempo la gestione di Funivie, Sanac e Piaggio, solo per citare quelle di maggiori dimensioni, è affidata da anni a commissari. Proprio in questi giorni il gruppo di professionisti che si occupa dell’amministrazione straordinaria della Sanac di Vado, già leader nella produzione di materiali refrattari per l’industria siderurgica, ha varato un bando per vendere l’azienda. È il quarto bando, dopo i tre precedenti andati deserti. Lavori e progetti di recupero e sviluppo languono, mentre si moltiplicano i commissari. Sanac, con i quattro stabilimenti di Vado, Massa, Gattinara e Grogastu, è in mano ai commissari da ben dieci anni. E c’è uno scontro con ArcelorMittal, il colosso franco indiano che ha acquistato l’Ilva, principale cliente di Sanac, e ha bloccato gli ordini. La crisi si protrae con Acciaierie d’Italia, nuovo soggetto dopo l’ingresso di Invitalia, quindi del governo. Anche il nuovo bando non convince i sindacati: «L’unica via di uscita per Sanac è agganciarla al salvataggio di Acciaierie d’Italia – spiega Tino Amatiello, segratrio Filctem-Cgil -, anzi abbiamo pressato affinché entrasse direttamente nell’orbita di Acciaierie».
Ora i sindacati chiederanno al Governo di spingere affinché Acciaierie d’Italia presenti un’offerta per Sanac. A quel punto avrebbe la produzione di refrattari direttamente “in casa”, senza più acquistarli dall’estero a costi per giunta più alti.
Non va meglio per Funivie, altro caso paradossale: la frana che nel 2019 fece crollare quattro piloni ha bloccato il via vai dei “vagonetti” che portavano il carbone dal porto di Savona a Italiana Coke. Anche in questo caso, dopo il disimpegno del gruppo privato, è subentrato un commissario. Anzi due. Il primo, Vittorio Maugliani, è stato nominato dal Ministero delle Infrastrutture per coordinare l’iter per il ripristino della funzionalità dell’impianto, che da quattro anni è fermo per il cedimento dei quattro tralicci e la gara d’appalto per affidare i lavori di ripristino è andata deserta. Il secondo è deputato alla gestione dell’azienda, quindi collegato con l’Autorità di sistema portuale. E infatti il commissario è stato prima il presidente di Palazzo San Giorgio, Paolo Emilio Signorini (ora passato a guidare Iren), quindi la palla è passata a Paolo Piacenza, che a sua volta è commissario anche dell’Autorità portuale. «E da cinque anni c’è un commissario anche alla guida di Piaggio Aero, da un anno uno all’Asl e uno al Comune di Vado, dopo le dimissioni del sindaco – interviene Andrea Pasa, segretario provinciale della Cgil -. Il Savonese è commissariato. L’aspetto paradossale è che si parla di grandi progetti come il ponte di Messina, ma non si riescono a tirare su quattro pali per far ripartite le Funivie di Savona. Un lavoro tra l’altro già finanziato. Si fanno bandi e nessuno compra, si appaltano i lavori e nessuno partecipa. Queste crisi sono da tempo sui tavoli ministeriali, ma c’è una “latitanza” continua di Regione e Provincia. Quando facciamo le riunioni, per esempio per Sanac, i rappresentanti delle altre regioni ci sono sempre, mancano la Liguria e Savona». —