L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI SAVONA RIGUARDA NON SOLO LE ASSUNZIONI SOSPETTE, MA ANCHE I MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DEL PERSONALE DELL’ENTE

silvia campese
savona
Potrebbero spuntare nuovi nomi da iscrivere nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto la Provincia di Savona. E si inizia a vedere il termine della fase di indagine, che potrebbe chiudersi entro l’anno.
È quanto emerso dagli interrogatori sino ad ora svolti, davanti ai pubblici ministeri Maddalena Sala e Claudio Martini. Due i filoni sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti: quello delle assunzioni sospette e quello dei maltrattamenti al personale. L’ultima ad essere stata sentita, in Tribunale a Savona, è il direttore generale di Palazzo Nervi, Giulia Colangelo, che, su alcuni punti, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Per questo, già la prossima settimana, potrebbe essere nuovamente invitata a Palazzo per un altro interrogatorio.
Secondo quanto emerso sino ad ora, il fulcro dell’indagine ruoterebbe intorno alla figura di Colangelo (sospesa dall’incarico di direttore per un anno dal Ministero dell’interno). Otto i concorsi sospetti, dove, secondo l’accusa, sarebbe in discussione il modus operandi di Colangelo insieme a quello di Maurizio Novaro, dirigente dell’ufficio legale di Palazzo Nervi, anche lui sentito dai pubblici ministeri la scorsa settimana. Gli altri dipendenti della Provincia, iscritti nel registro degli indagati (Jessica Rebagliati, Laura Pomidoro, Veronica Valenti) avrebbero un ruolo di corollario al sistema instaurato. Come riportato nella disposizione del provvedimento dal giudice delle indagini preliminari, Alessia Ceccardi, venivano agevolati i concorrenti attraverso svariate forme di aiuto. Il tutto in una commistione molto stretta con la politica: «I giusti appoggi politici di cui l’indagata ha goduto, le hanno consentito, tradendo il proprio mandato istituzionale, di atteggiarsi rispetto al pubblico ufficio non come un pubblico ufficiale, bensì come una padrona ambiziosa del proprio salotto», si legge nelle pagine del gip.
Rispetto al filone dei maltrattamenti sui dipendenti di Palazzo Nervi, l’unica indagata è Giulia Colangelo. Secondo quanto emerso, la linea difensiva del direttore generale, insieme al suo avvocato Cristiano Michela, sarebbe quella di evidenziare l’unico obiettivo perseguito: il massimo efficientamento dell’ente. Sarebbe questa la motivazione degli atteggiamenti particolarmente severi, assunti verso i dipendenti.
Dagli altri interrogatori e dall’acquisizione, da parte della Polizia giudiziaria, di informazioni dai numerosi dipendenti ascoltati, emergerebbe invece un atteggiamento decisamente sopra le righe. Chi ha subito i maltrattamenti sarebbe ancora intimorito dai comportamenti del direttore generale, tanto da manifestare forme di insicurezza e tensione. Altri, invece, stanno traendo coraggio dalle indagini decidendo di farsi avanti. —