LE STRUTTURE NON PRENDEVANO PRENOTAZIONI PERCHÉ L’ACCORDO SCADEVA A FINE MESE PARTITI E ASSOCIAZIONI

Emanuele Rossi
Nonostante i progressi fatti in termini di aumento delle prestazioni, la situazione delle liste d’attesa rimane il tallone d’Achille della sanità ligure. A inizio settimana Alisa ha prorogato sino a marzo 2024 gli accordi con gli enti privati accreditati (che erano in scadenza a fine settembre). Una mossa che sta riaprendo di fatto le agende che erano state saturate per alcune tipologie di esami – in particolare radiografie, Tac, risonanze magnetiche, nelle strutture pubbliche. In sostanza i privati accreditati non prendevano più prenotazioni perché gli accordi in essere sarebbero scaduti a fine settembre. C’è voluto un accordo in conferenza Stato-Regioni per sbloccare la possibilità di proroga.
Tempi monstre per le risonanze
Una situazione denunciata nei giorni scorsi da Ferruccio Sansa. E su cui il consigliere Pippo Rossetti ha annunciato un’interrogazione in aula. Basta guardare sul sito della Asl3 genovese per verificare i casi più spinosi nell’area metropolitana. Per esami con priorità “D” (da effettuare entro 30 giorni) i tempi minimi vengono continuamente sforati: 266 giorni per una colonscopia, 289 per una ecografia alla mammella, 224 giorni per una ecografia alla prostata, addirittura si arriva a tempi da 287 giorni praticamente per tutte le risonanze magnetiche di classe “B” che andrebbero fatte in 10 giorni.
Ma c’è di più: la Regione ha approvato il Piano operativo per il miglioramento delle liste d’attesa per il 2023-24, realizzato da Alisa.
Obiettivi e budget
Un piano che riprende alcune delle misure già introdotte, ne prevede di nuove e fissa alcuni obiettivi per l’anno in corso. Ad esempio avvicinarsi al numero di interventi chirurgici programmati del 2019, ultimo anno di andamento “normale” non influenzato dalla pandemia. Significherebbe effettuare 7.000 ricoveri in più rispetto al 2022. Per quanto riguarda invece le attività di laboratorio e ambulatoriali, la proiezione per il 2023 vede un incremento di 28 milioni di euro di produzione rispetto all’anno prima con una previsione di oltre 22 milioni di prestazioni su tutto il territorio regionale.
Il finanziamento finalizzato al miglioramento delle liste d’attesa in Liguria fa parte del budget già assegnato alle aziende sanitarie per il 2023 ed è complessivamente di 7 milioni di euro, che possono essere spesi per le prestazioni aggiuntive (in straordinario) dei medici (con la tariffa oraria aumentata a 80 euro), di tecnici e infermieri, dell’attività specialistica ambulatoriale convenzionata e per gli acquisti di prestazioni da privati. Oltre a queste risorse, nel corso del 2023 sono stati stanziati 4 milioni (fondi dell’anno precedente) per l’acquisto di esami di diagnostica per immagini e 2 milioni di euro specifici per le colonscopie, uno dei settori dove i tempi di attesa sono peggiori.
Un coordinatore per gli interventi
Non ci sono solo gli acquisti di esami dai privati, nel piano: Alisa propone un progetto di efficientamento delle liste d’attesa chirurgiche attraverso un percorso omogeneo di presa in carico del paziente dal pre-intervento al post-operatorio, percorso che verrà adottato da tutte le aziende del sistema sanitario dal 1 gennaio 2024. In sintesi, gli ospedali dovranno uniformare la gestione delle liste d’attesa informatizzate, integrare il sistema con software che gestiscano le attività clinico-organizzative delle sale operatorie; supportare il paziente nella fase diagnostica e monitorare le liste avvalendosi di sistemi di alert sul rispetto delle tempistiche. Viene prevista anche l’istituzione di una nuova figura, il Cal (coordinatore aziendale liste d’attesa chirurgiche), che dovrà occuparsi di coordinare la fase diagnostica, programmare l’esecuzione degli esami prescritti, comunicare al chirurgo che ha in cura il paziente quando la diagnostica è completa. Ogni azienda dovrebbe inoltre fare una programmazione settimanale della distribuzione degli slot chirurgici disponibili, per massimizzare l’utilizzo delle sale operatorie.
Appropriatezza prescrittiva
Altro concetto su cui insiste molto l’assessore Gratarola è quello di appropriatezza prescrittiva: intervenire cioé su quelle richieste di prestazioni programmabili che si rivelano poi improprie. Per questo Alisa ha costituito un gruppo di lavoro con i medici di medicina generale e un monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali.