CAIRO. SALDATI I DEBITI CON IMPRESE E FORNITORI E SALVATI I DIPENDENTI

mauro camoirano
cairo montenotte
Italiana Coke, «dal possibile fallimento, a un’azienda che sta predisponendo un percorso di riconversione che guarda al futuro». Questo il giudizio dei sindacati dopo l’incontro di ieri con i vertici aziendali. Nel futuro, oltre al coke, si pensa anche ad energia, idrogeno e lavorazioni speciali.
Presenti Corrado Calvanico (Cisl), Edoardo Pastorino (Uil) e Tino Amatiello (Cgil). Sottolineano: «A fronte di un’azienda che aveva una situazione di estrema sofferenza, con 60 milioni di debiti, per la quale lo spettro del fallimento era più che una possibilità, bisogna dare atto di un percorso che ha portato a superare il concordato, salvare un’occupazione che vede 250 dipendenti diretti e quasi 600 riferiti all’indotto, e gettare le basi per una riconversione futura». Nello specifico, per quanto riguarda l’aspetto finanziario, i sindacati spiegano: «L’azienda ci ha illustrato come sono stati saldati tutti i debiti con imprese e fornitori. Rimangono circa 21 milioni rispetto agli Istituti di credito: alla chiusura di bilancio si prevede di restituire una prima trance di 12 milioni, ne rimangono poco più di 9 per i quali è stato concordato un piano di rientro sino al 2027. Termometro della situazione è poi l’indice edibta (un indice di redditività) che continua ad essere positivo: 25 milioni lo scorso anno, 12 quest’anno, con una flessione dovuta ad un calo del mercato nell’ultimo semestre di quest’anno. Tant’è che tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti e, di conseguenza, verrà garantito un consistente premio di produzione».
Per quanto riguarda il futuro, proseguono i sindacati, «sono state individuate tre “unit business” (area strategica d’affari) su cui puntare: oltre a proseguire il core business del coke, si punterà sull’energia, già messa in rete attraverso il processo di produzione del coke; e su nuovi impianti. Per questi ultimi si tratterà di settori inerenti l’idrogeno, la riattivazione del carbone (es filtri per depurazione) e il recupero fanghi industriali. Filoni per i quali sono disposti ad investire avendone la disponibilità». Infine si è toccato anche il fattore ambientale: «Sui monitoraggi ai camini, secondo l’azienda c’è un problema di interpretazione dei dati riguardo certi picchi, e bisognerà concordare una chiave di lettura».