Giovanni Vaccaro
Strutture diverse e distanze diverse da terra. Intorno al progetto per installare un rigassificatore al largo della costa tra Vado e Savona, la discussione non è tanto sulla sua necessità, quanto piuttosto sulla sua posizione esatta, soprattutto quando partono i raffronti con altri impianti già operativi o in previsione.
Specie dopo la guerra in Ucraina, con la minaccia di tagliare le forniture da parte della Russia e l’esplosione del prezzo, sono ormai considerati una necessità gli impianti di trasformazione del combustibile dallo stato liquido, che ne permette il trasporto con un volume 600 volte inferiore e da qualsiasi fornitore del mondo senza avere il vincolo dei gasdotti. Il problema, come tutti i progetti di un certo impatto, è dove metterli.
A Savona-Vado arriverà la nave “Golar Tundra” di Snam, che oggi è attraccata a una banchina del porto di Piombino. Snam ha previsto una condotta, che correrà sul fondale, lunga quattro chilometri. In attesa delle coordinate esatte si sono accese le polemiche. Sindacati, operatori turistici e l’opposizione in Consiglio regionale temono che i quattro chilometri siano misurati dallo scalo di Vado, riducendo a 2,8 chilometri la distanza dalla spiaggia di Savona.
Il gruppo che sostiene il presidente (e commissario) Giovanni Toti ha respinto l’attacco, ribadendo la distanza di 4 chilometri. E gli altri impianti? L’ipotesi di Ravenna, che ha riguardato in una fase proprio la “Golar Tundra”, prevede una posizione al largo, a circa 8 chilometri dalla costa. I tre rigassificatori già in funzione in Italia sono di tipi diversi. Il più grande è il “Gnl Adriatico”, al largo di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Lo gestisce una joint venture tra ExxonMobil (70%), Qatar Petroleum (23%) e Snam (7%). È una piattaforma galleggiante in cemento che si trova a 15 chilometri dalla costa e funziona da 14 anni.
Il più vecchio è invece il sito di Panigaglia, in provincia di La Spezia: un deposito situato sulla costa e di proprietà di Gnl Italia, controllata da Snam. Costruito negli anni Settanta, ammodernato e oggetto di un ulteriore potenziamento. A 22 chilometri al largo di Livorno è operativa dal 2013 la nave rigassificatrice “Golar Frost”, con l’impianto “Fsru Toscana”, della stessa tipologia di quello previsto a Savona-Vado e di proprietà di Snam (49,07%), Igneo Infrastructure Partners (48,24%) e Golar Lng (2,69%). Da meno di un mese la “Golar Tundra” è in funzione ormeggiata nel porto di Piombino, ma dista dall’abitato circa tre chilometri, separato dalla banchina dall’area industriale e delle acciaierie.
Proprio a Piombino, però, si erano accese le proteste per l’arrivo del rigassificatore. E in testa c’era e c’è tuttora il sindaco Francesco Ferrari, (FdI), che si scontra un giorno sì e l’altro pure con il commissario e presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani (Pd). Il governo di Giorgia Meloni ha deciso che la “Golar Tundra” sarà spostata, trovando la disponibilità della Regione Liguria per portarla a Savona-Vado.