I due cauti sulla mozione di sfiducia: “Valuteremo”. La Schlein : “Intanto abbiamo depositato un’interrogazione, poi si vedrà”

Luca de Carolis

Si incontrano praticamente per caso, mentre se ne stanno già andando, ai margini di una piazza che annaspa per il caldo e straripa di bandiere rosse. “Ciao Elly”, “Ciao Giuseppe”, ed è stretta di mano tra la segretaria del Pd Schlein, in maglietta nera, e il leader dei Cinque Stelle in maniche di camicia blu, Conte. “Unità, unità” scandisce un ragazzo che assiste in piazza del Popolo a Roma, dove la Cgil ha richiamato migliaia di persone per difendere il diritto a una sanità pubblica. In diversi invocano un’alleanza tra Pd e M5S, “contro questa destra”. Ma è presto, prestissimo per un nuovo centrosinistra. Nonostante la foto di giovedì scorso a Campobasso, con Schlein, Conte e Nicola Fratoianni – anche lui alla manifestazione di Roma – a bere e a raccontarsi la campagna elettorale in Molise in un bar. “Siamo solo all’inizio di un percorso” sillaba Conte all’inizio del suo corteo, stretto tra telecamere e a manifestanti che gli chiedono selfie. L’avvocato piace alla gente del sindacato rosso. E piace, tanto, anche Schlein. Ma non basta come amalgama. “Non mancano elementi che ci vedono distanti” ricorda l’ex premier. Per esempio il Mes. Su La Stampa di ieri mattina Giuseppe Provenzano, maggiorente della segretaria dem, punge: “La riforma del trattato è stata negoziata durante il governo Conte-2, ho trovato l’astensione dei 5Stelle in commissione poco comprensibile”. E c’è distanza anche su migranti e Ucraina, fa notare l’ex ministro. Conte, sollecitato dal Fatto, replica così: “Io l’ho migliorato il Mes, certo, mentre il Pd l’avrebbe ratificato così com’era già ai tempi del Conte-2. Ma noi siamo assolutamente coerenti su quello strumento obsoleto. Per dare il via libera io chiedevo una riforma complessiva in sede europea, ma chi mi è succeduto non l’ha ottenuta…”. Le differenze, ancora.