“Il senso di quanto detto da Grillo è stato stravolto: Meloni ha parlato di pizzo di Stato, ma tutti zitti”

Luca de Carolis

Giura che la manifestazione di sabato a Roma è andata come speravano, anzi meglio: “È stato un corteo molto partecipato, e pieno di contenuti e proposte per rispondere a un governo che non fa nulla”. Ma Stefano Patuanelli, capogruppo in Senato e veterano dei Cinque Stelle, guarda già oltre: “Se converge su certi temi, il centrosinistra può davvero unirsi”.
Qual era l’obiettivo della manifestazione, dare un segnale di presenza del M5S?
C’è un governo che vanta risultati inesistenti, e volevamo dimostrare che esiste un Paese che non crede a quei discorsi, e che non percepisce gli obiettivi di cui parla la propaganda della maggioranza. Lo si vede con chiarezza sulla questione del precariato, inteso come difficoltà di avere un lavoro stabile e un reddito dignitoso, o di ottenere un sostegno in caso di perdita del lavoro. Ma vale anche per l’insicurezza sui territori, abbandonati con i loro problemi, e per la guerra che prosegue al centro dell’Europa, con il mondo occidentale che non si fa carico di un’alternativa che porti alla pace.
Lei lo giudica un evento riuscito. Ma discettando di “brigate per il reddito con il passamontagna” Beppe Grillo ha guastato tutto, no?
No, a guastare il corteo casomai è stata l’interpretazione da parte di certa stampa faziosa di un intervento dove non c’era nulla di sconveniente. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di pizzo di Stato riferendosi alle tasse, e nessuno ha battuto ciglio. Riportare parte di una frase senza quella successiva altera totalmente il significato di ciò che ha detto Beppe. Poi, certo, c’è stata la strumentalizzazione politica da parte di tutto il centrodestra.
Come battuta era infelice, non crede?
Ma non era una battuta: c’è gente che è stata multata perché ha riparato un pezzo di strada, ed è questo che fa davvero ridere. Però se si riporta solo una parte di una frase, se ne stravolge il senso. Leggendo l’homepage di molti siti sabato sono rimasto basito.
Sarà: ma è bastato a una bella porzione del Pd per rimproverare a Elly Schlein la sua apparizione al corteo.
Quando mi chiedono un commento sul Pd lo faccio in punta di piedi, perché è come entrare in casa d’altri. Dopodiché credo che il rischio per la segretaria sia da un lato farsi assorbire da un partito che non è cambiato, dall’altro stravolgerlo con un cambiamento eccessivo. Ho letto le dichiarazioni di esponenti dem come Alessio D’Amato, Lorenzo Guerini e Alessia Morani: consiglierei loro di ascoltare meglio quanto ha detto Grillo. Premesso questo, è chiaro che parlano di Beppe ma che in realtà si rivolgono a Schlein. È una guerra interna, e mi dispiace molto notarlo.
Schlein insisterà nel dialogo con voi?
Non so prevederlo. Dipende da quanto sarà forte l’area dentro al Pd contraria al cambiamento.
Cosa ha rappresentato vedere la segretaria dem in piazza con voi, seppure per pochi minuti?
Semplice: attorno ad alcuni temi centrali per il M5S si possono creare convergenze su prospettive e programmi con altre forze di centrosinistra. Non è necessaria una retorica sugli eventi: il centrosinistra può unirsi sui temi concreti.
Però mezzo Pd si dice favorevole all’abolizione del reato di abuso di ufficio. Bel problema, no?
Beh, ciò dimostra che non la pensiamo allo stesso modo su tutti i temi. La riforma dell’abuso di ufficio la fece già il governo Conte, perché aveva senso intervenire, ma non si può passare all’immunità totale. Il reato è già stato circoscritto, e mi sarebbe piaciuto sentirlo dire anche ad alcuni sindaci dem.