IL LEADER M5S REAGISCE AGLI ATTACCHI DI LEGA E CENTRISTI. L’EX ASSESSORE D’AMATO SCARICA IL PD: “PASSAMONTAGNA, ANCHE NO”

Antonio Bravetti
Roma
Brigate, passamontagna e dimissioni. Il romanzo d’inizio estate porta la firma di Beppe Grillo. Il fondatore dei 5 stelle è al centro delle polemiche per le parole pronunciate alla manifestazione romana di sabato. L’ex comico non fa un passo indietro, insiste e posta su Instagram la foto di un uomo col passamontagna. Giuseppe Conte e il Movimento sono con lui, convinti che gli attacchi violenti del centrodestra dimostrano che la piazza è stata un successo e quello che non va giù alla maggioranza sono le critiche sull’Ucraina. Davide Casaleggio la legge così: «Il registro di Grillo è quello. Oggi Conte è in enorme difficoltà politica e hanno chiamato Grillo in soccorso». La valanga, intanto, investe il Partito democratico. L’ex assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, si dimette in dissenso con la politica di Elly Schlein, accusata di flirtare troppo con l’ex premier. La Lega provoca: «Da che parte sta la segretaria del Pd?». FdI affonda: «Grillo scherza con il fuoco».
Le «brigate di cittadinanza» di sabato prendono forma ieri, su Instagram. «Brigata “Riparazione panchine”», scrive Grillo postando la foto di un uomo che indossa una maglietta con il logo del Movimento e un passamontagna nero. Tra le mani un foglio: «Brigata di cittadinanza, reparto d’assalto». Più degli attacchi del centrodestra, fanno rumore le dimissioni di D’Amato, che lascia l’assemblea nazionale del Pd, criticando Schlein. «Brigate e passamontagna anche no – scrive l’ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti, candidato del centrosinistra alle ultime elezioni nel Lazio – è stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5 stelle, non mi ritrovo in questa linea politica. Continuo a lavorare per una alternativa ai sovranisti e ai populisti».
Casaleggio, piuttosto, ci legge uno scontro nel campo largo: «Pd e M5S hanno un problema: nessuno dei due vuole fare il fratello minore. E dall’altra parte Conte vuole fare il fratello maggiore». L’ex premier contrattacca con un lungo post su Facebook. Parla di «strumentalizzazione» di una singola frase «estrapolata dal suo contesto» e «criminalizzata perché, accarezzando il gusto del paradosso, incitava i presenti a indossare il “passamontagna” per compiere non già azioni violente, bensì azioni pacifiche e utili per la propria comunità. E così un omaggio al lavoro socialmente utile di tanti cittadini attivi» ha «originato un ridicolo coro di indignazione».
La maggioranza, però, accerchia Grillo. Augusta Montaruli, vice capogruppo di FdI alla Camera, parla di «una parabola da comico a joker». Per il ministro Guido Crosetto Grillo «era scomparso, fuori dai radar. Ha poco da dire e di nulla gli importa. Ma deve guadagnarsi il “vitalizio” di partito». Mentre il ministro Roberto Calderoli, di fronte al post di ieri, osserva: «Perseverare nei propri errori è diabolico. da irresponsabile». La Lega guarda alla segretaria del Pd: «Che dice Schlein?», domandano i capigruppo in Parlamento Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Non sta a lei «rispondere delle parole di Grillo», la difende l’europarlamentare Brando Benifei. —