Non giudico Schlein, ma la posizione del suo partito in Europa è incomprensibile Fitto nega, ma ha aperto all’uso del Piano

Luca De Carolis

Il capogruppo alla Camera del M5S, Francesco Silvestri, compulsa le agenzie di stampa, poi sospira: “Il voto dei parlamentari europei del Pd non è un buon segnale”.
Il gruppo del Pd ha votato sì in maggioranza. Eppure poche ore prima Elly Schlein si era detta nettamente contraria all’utilizzo del Pnrr per le armi. Per capirci: la segretaria non controlla il partito o non poteva dire la verità?
Non giudico il percorso di Schlein, non ho consigli da darle e non mi esprimo sulle questioni interne al suo partito. Ma di sicuro la posizione assunta dal Pd è incomprensibile. Avallare un nuovo invio di armi, quando è evidente che questa strategia ha portato solo a un’escalation militare, è un grave errore.
Dal punto di vista dei dem non è un errore. La loro linea è che senza gli aiuti militari, l’Ucraina sarebbe stata già devastata. Hanno così torto?
Con questa logica la guerra durerà per anni e anni. Noi 5Stelle abbiamo sostenuto l’invio di armamenti nei primi mesi del conflitto, per consentire all’Ucraina di difendersi. Ma adesso continuare a mandare una valanga di armi può solo alimentare la guerra.
Di certo tra voi e il Pd sulle armi la distanza rimane siderale. Bel problema, tra possibili alleati…
Il M5S non può essere l’unica forza politica a stimolare dei percorsi diplomatici. Così il Pd non fa un danno a noi, ma al Paese.
Però il capogruppo dem in Senato, Francesco Boccia, ha invocato un voto in Parlamento per stabilire che il Pnrr non potrà essere adoperato per le armi.
Ciò rende ancora più incomprensibile la posizione del suo partito in Europa. Stando alle loro scelte e alle loro dichiarazioni, i dem sono contrari a usare i soldi del Pnrr italiano per le armi, ma non hanno nulla in contrario se a farlo saranno francesi o tedeschi. Ma che senso ha? Quei soldi sono debito europeo.
Il ministro al Pnrr Fitto ha assicurato che l’utilizzo dei soldi del Piano per gli armamenti “non è all’ordine del giorno”. Non pare convinto neppure il governo, no?
A me in realtà quella di Fitto sembra una parziale apertura. Nei giorni scorsi aveva decisamente negato questa ipotesi. Ieri invece è stato più circospetto. Ha parlato in politichese. E comunque c’è un tema dentro la maggioranza.
Cioè?
In Europa la Lega ha votato contro gli emendamenti del Pd per vietare l’uso del Piano per le armi. Invece in Italia ha ipotizzato di rinunciare a parte di quei soldi. Mi sembra un’evidente incongruenza.
Di incongruenze è disseminato anche il campo del cosiddetto centrosinistra. Vi aspettare che il Pd venga alla vostra manifestazione sui diritti del 17 giugno a Roma? Si parlerà anche di armi…
Le manifestazioni sono per definizione aperte a tutti, e io mi auguro la massima partecipazione, da parte di cittadini, associazioni e anche esponenti politici, se vorranno.
Ma voi e il Pd non siete neppure l’ombra di una coalizione.
Il problema è che bisogna partire dal cosa si deve fare, dai temi, e non da chi ci sta. L’errore storico della sinistra è stato quello di iniziare dal processo inverso. Noi ci aspettiamo un supporto dai dem sulla transizione ecologica, sul salario minimo e il posizionamento geopolitico dell’Italia.