LA RABBIA DEGLI OPERAI: «NON È CON GLI SLOGAN CHE SI SALDANO LE BOLLETTE»

Mauro Camoirano
Cairo M.
Funivie, i lavoratori da 5 mesi non ricevono l’indennità di cassa integrazione. Parte del sindacato minaccia «la totale mobilitazione», ma chi vive sulla propria pelle la situazione ribatte: «Non è con gli slogan che si pagano le bollette. La mobilitazione avrebbe dovuto esserci anni fa». Il dato di fatto è che i lavoratori di Funivie da mesi non ricevono un centesimo: a gennaio è stata pagata una parte del mese di ottobre. I sindacati accusano di aver rimarcato la situazione a Ministero e Regione, che dice che la colpa è dell’Inps: «E’ vergognoso lasciare i lavoratori e le loro famiglie senza un reddito da 5 mesi». E una parte di sindacato avverte: «Non ci rimane che mettere in campo una totale mobilitazione». Ma chi, come Marco (nome di fantasia, cairese, sposato, una vita alle Funivie e poco per raggiungere la pensione), sta vivendo davvero questa difficoltà non crede più nei cortei: «La mobilitazione avrebbe dovuto esserci anni fa, come quando nel 2020 l’allora ministro De Micheli era venuta con un vagone di promesse non mantenute. Ora che siamo rimasti una cinquantina, a cosa servirebbe? A spiegare a chi dovrebbe fare il proprio lavoro cosa significa dover fare economia su tutto perché i soldi non arrivano? Vedere il poco che si è messo da parte assottigliarsi perché ci sono il mutuo, le bollette, l’assicurazione, le spese varie e magari occorre anche mangiare? O a livello psicologico cosa significa questa eterna incertezza?». Giovanni (sempre nome di fantasia), savonese, sposato, un figlio, è in Funivie da più di 25 anni: «Bisogna dire che probabilmente si è fatto più in questi 5 mesi che nei tre anni di governi precedenti. Ma è anche vero che per i lavori di ripristino le date continuano a slittare, che ci dicono che il commissario abbia un budget ma non lo possa ancora usare, che non ci sono risposte sulla formazione, e che i soldi della cassa non arrivano, e bisogna dover contare solo sullo stipendio della moglie, se c’è, e dover fare i conti su tutto per arrivare a fine mese. Chi è dietro le scrivanie dell’Inps, o su scranni regionali e nazionali, dovrebbe capire che dall’altra parte non ci sono solo progetti o operazioni economiche, ma persone reali, con famiglie reali». La Lega, intanto, tramite l’on Francesco Bruzzone, annuncia un’interrogazione. —