Luca de Carolis

L’avvocato a 5Stelle e i suoi più stretti ufficiali sono convinti che le primarie dem le vincerà il favorito, Stefano Bonaccini. E in fondo se lo augurano. “Meglio Bonaccini, perché Elly Schlein ci toglierebbe spazio a sinistra” ragionano da tempo ai piani alti del M5S. Anche se lei, Schlein, nelle scorse settimane ha lanciato segnali pubblici (e non) alla parte più rossa del Movimento. Per esempio a quel Roberto Fico che la mozione Schlein appoggerebbe volentieri alle Regionali in Campania tra due anni, anche per scalzare l’eterno Vincenzo De Luca, che non a caso sostiene Bonaccini. Di certo agli occhi dei grillini il presidente dell’Emilia-Romagna appare innanzitutto come un politico navigato. Un “professionista” che negli ultimi giorni lo ha ripetuto spesso: “Faremo di tutto per essere primi nelle elezioni europee”.
Un guanto di sfida che pare indirizzato prima di tutto al partito che si è preso Palazzo Chigi, Fratelli d’Italia, ma che è un avviso anche – e magari soprattutto – per il M5S e Conte. Al quale Bonaccini vuole chiarire in fretta che a guidare il centrosinistra tutto da ricostruire dovrà essere il Pd. E infatti l’altro mantra di questi giorni del presidente emiliano è l’esigenza di rimettere attorno a un tavolo “tutte le opposizioni”. Con lui a capotavola, è il sottotesto. Conte ovviamente lo sa. E venerdì ad Accordi e Disaccordi gli ha recapitato sillabe aspre: “Ho letto che Bonaccini vuole raccogliere le firme per una legge sul salario minimo. Farebbe meglio a raccogliere i suoi parlamentari per appoggiare la nostra proposta sul tema”. L’ex premier sa che già da lunedì potrebbe essere derby a distanza. Ma nei colloqui fuori microfono ostenta tranquillità. “Bonaccini – è la sua lettura – vuole una rotta neoliberista per il Pd”. Diversa dall’agenda sociale del M5S. Anche se ai suoi l’avvocato lo precisa di frequente: “Non voglio schiacciarmi a sinistra”. Termine che non usa mai, preferendo una definizione più cauta e tranquillizzante per il Movimento: progressista.
Anche perché Conte a medio termine punta a prendere anche voti al centro. “Giuseppe non vuole lasciare nulla ai competitori” riassume un fedelissimo. E figurarsi a Bonaccini, con cui il rapporto sarebbe forzatamente in costante bilico tra collaborazione e rivalità. Anche per questo l’ex premier continua a tessere la sua tela in Europa con i Verdi. Archiviata da tempo l’ipotesi di entrare nel gruppo dei Socialisti a Bruxelles – quello del Pd – il M5S accelera per trovare casa con gli ambientalisti, così da coprirsi le spalle su più fronti. “Conte punta a chiudere l’accordo tra marzo e aprile” spiegano. Ma per riuscirci non deve entrare in collisione con i Verdi tedeschi, da sempre i maggiorenti del gruppo. Distanti dal M5S su un argomento attualissimo come l’invio delle armi in Ucraina. Così, osservano fonti qualificate, Conte dovrà trattare l’argomento centrandolo sulle scelte del governo italiano. Schivando polemiche con altri esecutivi come quello tedesco, dove la ministra degli Esteri, la verde Baerbock, è sempre stata una fautrice del sostegno militare.