IO SONO IL PEGGIORE” È ANDATO IN SCENA IERI A ORVIETO, PRESENTE CONTE NELLO SHOW ENTRANO IL MOVIMENTO, IL GOVERNO E IL FESTIVAL DI SANREMO

niccolÒ carratelli
inviato a orvieto
«Siamo alla resa dei conti», esordisce Beppe Grillo passeggiando in mezzo alla platea del teatro Mancinelli di Orvieto. È la prima tappa del lungo tour dello show intitolato “Io sono il peggiore”, che nelle prossime settimane lo porterà in tutta Italia e fino in Svizzera. «Siete venuti a vedere come mi sono ridotto eh», scherza il fondatore del Movimento 5 stelle, 4 anni dopo l’ultimo spettacolo. E mesi dopo l’ultima uscita in pubblico, rompendo un silenzio che iniziava diventare mistico. Sullo schermo scorrono tutte le accuse che gli sono state mosse in questi anni di impegno politico, «sono la rovina dell’Italia, mi hanno paragonato anche a Hitler», ricorda. Invita il pubblico a prendere carta e penna e a scrivergli qualcosa, «quello che volete: un messaggio, una domanda, creiamo uno scambio». Poi mostra dove intende raccogliere i foglietti: nel cestino. Il pubblico ride, il teatro è quasi tutto esaurito, seduti in platea ci sono anche l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, e il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, «che sarà fatto fuori presto e gli daremo il reddito di cittadinanza», ironizza Grillo. Sul primo biglietto, però, qualcuno chiede «cosa pensi di Di Maio» e Grillo allarga le braccia sconsolato: «Dio mio… ha fatto una cosa meravigliosa: ci ha permesso di rinascere con il Mago di Oz, che è Conte». Poi si guarda intorno: «C’è Conte?». Il presidente M5s è arrivato in ritardo, è seduto in un palchetto, vicino a uno dei suoi vice, Michele Gubitosa. Ha deciso di presenziare al debutto teatrale del suo ingombrante consulente per la comunicazione, appena riconfermato con un contratto da 300mila euro all’anno. Grillo si agita con attaccata al braccio la macchinetta per misurare la pressione, “se va oltre 130 non posso rispondere e vi mando affanculo”. Un altro biglietto: “Sei deluso dal M5s?». Replica per un attimo seria: «No, ora è un’altra cosa, io sono diverso, non ragiono come un politico normale – spiega – Il Movimento era nato perché non riuscivo a digerire e a dormire». Poche parole sul governo Meloni: «Mi hanno fermato qui al Duomo di Orvieto per chiedermi cosa ne penso – racconta – ma come faccio a capirlo, non riesco proprio a livello semantico: è di destra estrema, come altri in Europa».
Lo spettacolo salta di qua e di là in modo disordinato, in perfetto stile Grillo. Che scherza anche sul festival di Sanremo, sull’atto sessuale mimato da Rosa Chemical con Fedez, «che ha goduto più che con la moglie», su Benigni, «che ha dato una bella slinguata al presidente Mattarella con la Costituzione». Quindi, torna sul filo conduttore dello spettacolo: «Perché se la prendono con me? Ho cercato di salvare questo Paese, dovrebbero ringraziarmi – chiede – invece mi attaccano per le mie idee, già 20 anni fa dicevo che dovevamo passare alle macchine elettriche». Mentre parla, sullo schermo scorrono le immagini dei suoi vecchi show, delle sue gesta più clamorose nella carriera da comico-politico: da quando fece l’aerosol dal tubo di scappamento di un’auto alimentata a idrogeno alla famosa “navigazione” in piazza seduto dentro un canotto, sollevato dalle persone. Fa un passaggio sul reddito di cittadinanza, che “doveva avere un’evoluzione e si potevano trovare i soldi”, e un altro durissimo sul processo contro il figlio Ciro, accusato di violenza sessuale: «Un processo politico, contro di me, lo stanno facendo in tv, aspettiamo la sentenza su Rete4». Poi dedica un pensiero a Dario Fo, «è morto tra le mie braccia, ridendo per una mia battuta», e Gianroberto Casaleggio, «era bello sentirlo parlare». Tanti ricordi, ammette Grillo, «ma ho anche idee per il futuro». Come quella di «fare una mia religione, fondare una Chiesa dell’Altrove (già lanciata sul blog, ndr), così ci prendiamo l’8 per mille». Presenta anche il simbolo, «già depositato», e invita il pubblico a unirsi a lui, «e vediamo dove andiamo a finire». Si mette una finta corona di spine (con spinotti elettrici), prende un bicchiere per «trasformare l’acqua in chinotto, che col vino sono capaci tutti». Quindi, l’appello ai presenti: «Sento che siete già cambiati, qualcosa dobbiamo tentare». Ai nostalgici del vecchio Movimento sembra un déjà vu. «Se è gratuito mi iscrivo anche io», scherza però Conte con La Stampa lasciando la platea e andando a salutare Grillo dietro le quinte. Poi, intorno a mezzanotte, i due hanno cenato insieme (a tavola anche Fico e altri), nel ristorante di fronte al teatro. —