Luisa Barberis
Savona
Il passaggio di testimone è in atto tra i medici di famiglia della provincia. Sono 12 i camici bianchi che l’Asl dovrà individuare nei prossimi mesi per evitare che, in alcune aree, gli abitanti restino senza un dottore di riferimento. A fronte di 187 professionisti che ad oggi lavorano tra la costa e l’entroterra, presto l’Azienda sanitaria dovrà sopperire al pensionamento di alcuni medici di famiglia, che a partire dalla primavera cesseranno l’attività, e allo stesso tempo dovrà avviare la ricerca di giovani che possano sostituirli.
Ad aprile uscirà il nuovo bando per coprire le zone cosiddette carenti. Negli uffici di piazza Pertini si stanno facendo già i conti: in base a una prima fotografia la carenza si concentra soprattutto nell’entroterra. Su 12 zone in difficoltà, ben 5 nuovi medici dovranno essere destinati alla Valbormida per sopperire ai pensionamenti e rispondere al fabbisogno della popolazione dell’entroterra, 2 a Savona, 1 nel Finalese e 4 nel distretto ingauno.
«La situazione è sotto controllo, ma ci prepariamo a gestire una fase di turnover – interviene Monica Cirone, direttore socio-sanitario Asl – In questo momento, nelle zone carenti, stiamo chiedendo ai medici di aumentare in via temporanea i massimali, vuol dire permettere loro di curare anche 1600 o 1900 assistiti, anziché un massimo di 1500. Contemporaneamente mandiamo avvisi specifici per chiedere ai nuovi medici di famiglia se vogliono accettare incarichi temporanei. La legge ci consente di convenzionare anche i giovani dottori corsisti, ossia i medici che stanno ancora completando il corso necessario per la medicina di famiglia, in modo da dare prime risposte agli abitanti. Intanto la continuità assistenziale è garantita dai medici dei paesi vicini».
Scavando tra i dati si scopre come la Riviera e le grandi città siano più ambite rispetto all’entroterra, soprattutto per una questione di chilometri da macinare per raggiungere i pazienti, spesso anziani e quindi con patologie croniche da gestire. Il quadro generale della provincia è però in miglioramento: nell’agosto 2021 erano senza dottore 14 aree, che corrispondevano a 20 comuni, poi l’Asl era riuscita a colmare le distanze e, grazie a giovani medici che erano tornati a lavorare nei paesi di residenza dopo gli studi, specializzandi e corsisti, le aree carenti erano calate a sei nel 2022. —