LA COMMEMORAZIONE IN RICORDO DELLA BATTAGLIA DI NIKOLAEVKA

Luca Rebagliati
Albenga
Il ricordo della battaglia di Nikolaevka si intreccia con l’attualità di una battaglia certamente meno cruenta, ma altrettanto importante, quella per la sanità, e Albenga volta le spalle ad Angelo Vaccarezza e alla Regione. Una protesta silenziosa, ma forse per questo ancora più evidente, quella andata in scena ieri mattina quando gli albenganesi si sono ritrovati in piazza XX Settembre per ricordare il sacrificio degli alpini nella battaglia che segnò la svolta nelle sorti della Seconda guerra mondiale e il loro generoso impegno quotidiano anche in tempo di pace. Una celebrazione come al solito partecipata e intrisa di commozione e di rispetto, accompagnata dalle note della Leggenda del Piave e del Canto degli italiani, che molti dei presenti hanno intonato.
Al termine delle orazioni dei rappresentanti dell’associazione alpini, il sindaco Riccardo Tomatis ha sottolineato il sacrificio di quei giovani che partirono per chissà dove e ritornarono in una cassa di legno, mandati a morire da quella dittatura che di lì a non molto sarebbe stata rovesciata. «Oggi si ricorda una vicenda di guerra, ma si parla di pace, ed è anche grazie al sacrificio di quei giovani e alle lacrime delle loro madri che è nato il nostro desiderio di pace», ha detto il sindaco.
Ma quando Angelo Vaccarezza ha preso la parola per dire come gli alpini non parlino mai di guerra, ma sempre di solidarietà, «di amor patrio e spirito di sacrificio», ecco che gran parte dei presenti (cioè, praticamente tutti ad eccezione delle rappresentanze istituzionali e della banda) hanno voltato polemicamente le spalle al palco degli oratori. Una protesta muta, ma significativa, messa in cantiere nelle ore precedenti l’evento dai Fieui di Caruggi e dai promotori delle iniziative in difesa dell’ospedale, proprio per manifestare il disappunto dell’intera città ingauna nei confronti delle scelte sanitarie dell’amministrazione regionale, dalla chiusura del reparto d’emergenza al previsto “matrimonio” con i privati che secondo i più penalizzerebbe i servizi sanitari rivolti ai cittadini di questo territorio. —