LA DENUNCIA DI UN SAVONESE

la storia / 2
«Dal 21 giugno scorso aspetto di essere operato dalla chirurgia della mano del San Paolo di Savona per un morbo che mi limita professionalmente. E se il mio datore di lavoro decidesse di licenziarmi o demansionarmi, chi risponderebbe di questa situazione? Il San Paolo e l’Asl oppure soltanto io e la mia famiglia?».
Inizia così la storia di M.T., paziente di 64 anni che ha deciso di sfogarsi e raccontare l’agonia quotidiana che si trova a sopportare per via del morbo di Dupuytren (patologia a carico della mano, che provoca la curvatura permanente di uno o più dita verso il palmo). Tecnico supervisore, l’uomo lavora spesso al computer, ma di sovente è chiamato a salire su impalcature e camminare nei corridoi e doppiofondo di bordo.
«Purtroppo sono impedito da questa bestiaccia di malattia– racconta -, perciò il 21 giugno del 2022 mi sono presentato al San Paolo di Savona, nel reparto di Chirurgia della mano, dove è stato diagnosticato il morbo. Mi hanno dato una priorità di 60 giorni, entro i quali essere operato. Ma ad oggi non ho ricevuto alcuna chiamata, anzi, durante le numerose telefonate fatte, mi sono sempre sentito dire che la direzione non ha avviato ancora questo tipo di intervento. Addirittura mi è stato risposto faccia quel che vuole. Ho deciso di denunciare la situazione, perché come cittadino italiano e persona che ancora lavora, ritengo scandalosa la situazione». L’uomo racconta di avere ancora quattro anni di lavoro, prima di poter tagliare il traguardo della pensione, l’operazione è quindi quanto mai urgente.
«Ho 64 anni – spiega – il mio è un lavoro che, fortunatamente e a dispetto di molti, non è esclusivamente manuale. Sono stanco di queste ingiustizie sociali ai danni dei contribuenti: cosa deve fare chi per 46 anni ha pagato tasse e contributi?».