CAIRO, LA SCELTA DEL SITO PER IL TERMOVALORIZZATORE LIGURE

Mauro Camoirano
«Il termovalorizzatore sarebbe un’ottima opportunità per le aree Ferrania». Dall’Ufficio del liquidatore di Ferrania Technologies, Giovanni Marciani, non ci girano troppo intorno, né nascondono i contatti avuti con Iren, «che sarebbe fortemente interessata alle aree della Marcella, in una collocazione ottimale sia riguardo i collegamenti con l’autostrada, sia perché all’interno di un’area già industriale ben definita, sia per le possibili sinergie con il vicino Biodigestore già di sua proprietà». Dall’Ufficio si è consapevoli «che l’ultima parola spetta al Comune, ed è chiara una posizione non favorevole, ma è altrettanto vero che gli impianti di ultima generazione non sono impattanti e non creano problemi e sarebbe un’ottima opportunità per il territorio, non solo per Cairo».
E consentirebbe al liquidatore di vendere metà delle aree rimaste visto che si parla di 100 mila mq. Nel 2021 il Tribunale di Genova ha, infatti, provveduto ad omologare la procedura liquidatoria il cui Piano di ristrutturazione del debito era stato depositato dal Gruppo Finemme/Ferrania. Piano che scadrà nel 2026, ma che quasi sicuramente verrà prorogato. Confermano, dall’Ufficio: «Si è raggiunto un accordo con un’azienda locale (Comparato, ndr) per la cessione dei due capannoni di Ferrania Solis, con un ingresso di liquidità che consentirà di risolvere quel procedimento ipotecario. Allo stesso modo è stata venduta un’area di 20 mila mq, nell’ex parcheggio, a Cartiera Carrara, e altri 7 mila euro saranno ceduti entro gennaio. Rimangono, però, ancora circa 200 mila mq».
Con una evidente differenza tra aree esterne al perimetro dell’ex Ferrania, dove si sono sviluppati, ancor prima della mesa in liquidazione, insediamenti come appunto Cartiera Carrara, Zincol, Coparato; e le aree interne, con esclusione appunto del capannone e Solis e di Film Ferrania, che però fa parte del Parco Tecnologico targato Filse. Dall’Ufficio del liquidatore si precisa: «Al di là del’effettivo pregio di tali aree, siamo legati a valori di vendita di un piano approvato dal Tribunale che mette parametri abbastanza rigidi. Non possiamo “svendere”». Indiscrezioni parlano di prezzi che variano da 65 a 85 euro mq. C’è, invece, qualche preoccupazione per Ferrania Chemicals, azienda, operante nel settore farmaceutico e prodotti affini, che occupa circa 45 dipendenti, nata come industria autonoma nel 2018, dallo spin off da Technologies, con l’obiettivo di staccare quella realtà dall’ombrello della liquidazione per poter essere posta sul mercato.
Già a luglio si erano dovute affrontare 13 settimane di cassa integrazione, ed ora dall’Ufficio del liquidatore ammettono: «C’è una carenza di commesse. Attualmente, tra festività, utilizzo monte ferie ed ancora un po’ di cassa integrazione, le produzioni ripartiranno il 12 gennaio. Abbiamo commesse per due o tre mesi. Intanto stiamo trattando per la cessione con un imprenditore piemontese che pare molto interessato, vista l’alta competenza del personale».
