
Luisa Barberis / Cairo
«Tutto scontato. Sapevamo che la manifestazione di interesse sarebbe arrivata sotto l’albero di Natale insieme al panettone, ma non è bastato per mandarci di traverso il pranzo delle feste. Per Cairo non cambia nulla, la nostra posizione resta la medesima ed è no . Non siamo interessati ad accogliere un termovalorizzatore e, anche se qualche azienda dovesse puntare gli occhi sul nostro territorio, la risposta sarà ancora no . Non c’è alcun margine per costruire impianti».
Cairo
Il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini, non ha dubbi sul fatto che l’inceneritore non troverà casa in Valbormida, non almeno nei suoi confini. Lambertini lo dice in modo chiaro, dopo che il 23 dicembre la Regione, tramite l’Agenzia regionale dei rifiuti (presieduta dall’ex sindaco di Vado Monica Giuliano), ha pubblicato un avviso esplorativo per cercare operatori interessati a costruire e gestire un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Nell’avviso/bando sono stati inseriti come ipotesi tra i possibili siti idonei (in base allo studio del Rina) ad ospitare l’impianto nel Savonese le aree di Cairo e Cengio in Valbormida, e di Vado–Quiliano. La taglia dell’impianto è stata ridotta – ora si parte da 220 mila tonnellate di rifiuti l’anno a salire, mentre in prima battuta si era ipotizzato un grande centro da 320 mila tonnellate – e la formula prevista è quella del
project financing , quindi con risorse private da parte di operatori che poi gestiranno il termovalorizzatore. Per il momento si tratta di una ricognizione preliminare, ma il vero nodo è individuare non solo un’area idonea, ma più che altro un territorio disponibile ad accogliere il progetto. E proprio questo pare l’aspetto più difficile, perché, anche se le aree sono potenzialmente 5: Scarpino (Genova), l’Alta Valle Scrivia, il comprensorio di Vado-Quiliano, Cairo Montenotte e l’ex Acna di Cengio. Da tutte le parti piovono i no .
Cengio
A Cengio il sindaco, Francesco Dotta, è irremovibile: «Abbiamo letto il bando, ma la nostra posizione è netta, è no . A Cengio c’è un tema di compatibilità ambientale, veniamo da anni complicati per l’inquinamento dell’ex Acna. Cengio non è pronta, la gente non è pronta ad accogliere un impianto simile. Puntiamo su un futuro diverso dai rifiuti». Il rischio, però, è che ci siano privati – da Iren ad altri colossi del settore – interessati al progetto e anche alle aree. «Non si è fatto avanti nessuno – chiarisce Dotta – e anche se dovesse arrivare qualche privato interessato, tra persone adulte ci si parla. Per noi è no». Alla finestra ci sono anche i sindaci dei Comuni limitrofi. Per esempio Carcare. «Stiamo seguendo con attenzione la vicenda, perché noi siamo al confine con Cairo – spiega il sindaco Rodolfo Mirri– anche il nostro è un no irremovibile». In Valbormida non si ferma la mobilitazione dei cittadini che da mesi hanno dato vita a un comitato “No inceneritore”, petizioni, assemblee pubbliche e manifestazioni.
Gli ambientalisti
«Il coordinamento si è costituito a febbraio di quest’anno, proprio perché l’ipotesi dell’inceneritore non è mai stata un’idea vaga – commenta la portavoce Daniela Prato- tutta la comunità valbormidese, sia ligure sia piemontese, si è opposta chiaramente a questo progetto anche attraverso delibere approvate dai vari Comuni, perché ha pagato già pesantemente scelte industriali passate. C’è una situazione ambientale delicatissima e la valle non può tollerare altri impianti altamente impattanti, come un inceneritore, soprattutto se deve sopperire ai problemi che riguardano luoghi molto distanti dalla Valle. Non ci stupiamo del fatto che la decisione regionale sia stata rivolta ai privati per poter sbloccare questa situazione. Noi continueremo a vigilare sul nostro territorio».
Vado
Da Vado arriva sulla questione la nota del sindaco Fabio Gilardi: «È stato pubblicato l’avviso esplorativo sul termovalorizzatore , un avviso che, come tale, non individua in modo puntuale la localizzazione dell’impianto né assume decisioni definitive. Già nei mesi scorsi ho ritenuto necessario scrivere alla Provincia per ribadire che Vado Ligure è un territorio che presenta un carico insediativo già significativo, frutto di scelte strategiche compiute nel tempo e di una precisa vocazione industriale e infrastrutturale. Si tratta di un territorio che ha quindi già assunto, nel tempo, responsabilità rilevanti all’interno del sistema regionale, sostenendo un carico ambientale e infrastrutturale importante e intraprendendo parallelamente un percorso di trasformazione e riqualificazione». Prosegue: «Coerentemente con quanto già ribadito nella nota inviata alcuni mesi fa alla Provincia, oggi non ci sono le condizioni perché il territorio di Vado possa ospitare un nuovo impianto di questo tipo». —
