
L’avviso della Regione rimette la Val Bormida nel mirino. Le parole dei sindaci non bastano: ora decidono i privati
Non esiste alcuna archiviazione.
Chi parla di inceneritore “superato” o di partita chiusa mente sapendo di mentire oppure non ha letto i documenti. L’avviso esplorativo della Regione Liguria è un atto politico preciso: rimette la Val Bormida nella lista dei territori sacrificabili e apre la strada a decisioni prese altrove, lontano dai cittadini e dai consigli comunali.
Le rassicurazioni verbali non valgono nulla di fronte a un testo ufficiale. E oggi quel testo dice una sola cosa: la minaccia è reale e attuale.
Una procedura tutt’altro che neutra
L’avviso esplorativo non è un passaggio tecnico innocuo. È il momento in cui la Regione scarica il peso della scelta e apre formalmente la porta ai soggetti privati, chiamati a presentare manifestazioni di interesse.
Tradotto: saranno le aziende a proporre il progetto e a indicare il sito. Alla politica resterà il compito di prendere atto, spiegare, eventualmente giustificare. È un rovesciamento pericoloso del processo decisionale, che riduce i territori a variabili secondarie.
Le parole dei sindaci non sono garanzie
In queste settimane molti sindaci della Val Bormida hanno espresso contrarietà all’inceneritore. Una posizione che va riconosciuta, ma che non può essere scambiata per una tutela definitiva.
La politica locale è sottoposta a pressioni forti. Compensazioni, promesse, accordi laterali fanno spesso il resto. La storia di questa valle dimostra che i “no” politici, se non accompagnati da atti chiari e vincolanti, possono evaporare rapidamente.
Ed è proprio per questo che il Coordinamento No Inceneritore Val Bormida continua a parlare di rischio concreto e imminente.
Una valle già usata come discarica
La Val Bormida non è un territorio qualsiasi. È una valle che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sanitari, vittima per decenni di scelte industriali imposte dall’alto.
Continuare a considerarla “idonea” perché fragile, periferica o già compromessa è una violenza politica, prima ancora che ambientale. È la conferma di una logica che non è mai stata davvero superata.
La risposta dal basso
Di fronte a questo scenario, il Coordinamento No Inceneritore Val Bormida sta portando avanti un lavoro serio e faticoso: assemblee pubbliche partecipate, informazione puntuale, studio dei documenti e una importante raccolta firme.
Un impegno che dimostra come i cittadini non siano disposti a subire ancora, né a delegare in bianco il proprio futuro.
Non è allarmismo, è realismo politico
Dire che “non c’è ancora nulla di deciso” è una formula comoda, ma falsa. Le decisioni non arrivano mai all’improvviso: maturano nei passaggi tecnici, nelle procedure, negli avvisi apparentemente neutri.
Questo avviso è uno di quei passaggi.
Chiusura
In Val Bormida non serve più fiducia cieca.
Serve memoria, lucidità e vigilanza.
Quando la politica arretra e lascia spazio agli interessi
