


Questa riforma è disegnata a tavolino con unico scopo ovvero nascondere che il disavanzo della sanità è di 250 milioni di euro”
Savona. Ha fatto tappa oggi a Savona il Tour Sanità Liguria promosso dai gruppi di opposizione in Regione Liguria per parlare e confrontarsi con i vari territori sulla riforma della sanità promossa dall’amministrazione del presidente Marco Bucci. Il Tour tocca le città sedi delle aziende sanitarie che saranno eliminate al fine di “mettere in guardia i cittadini sulle conseguenze del taglio”.
Abbiamo scelto la via di una mobilitazione territoriale oltre che istituzionale – spiegavano qualche giorno fa il consigliere regionale Roberto Arboscello ed il segretario provinciale Dem Emanuele Parrinello -. Chiederemo ai politici e ai civici di destra di metterci la faccia e dirci da che parte stanno: se dalla parte dei tagli e degli accentramenti o dalla parte di un servizio pubblico che guarda al futuro e alle esigenze dei liguri. Noi abbiamo già fatto la nostra scelta”.
A metà novembre i gruppi di opposizione in consiglio regionale Partito Democratico, Alleanza Verdi e sinistra, Movimento 5 Stelle e Lista Orlando Presidente avevano presentato una “controriforma della sanità” rispetto a quella proposta dalla maggioranza di Bucci.
Tornando al Tour: “Un momento di incontro e di confronto in cui la nostra proposta incrocia cittadini, associazioni, sindacati, sindaci. Siamo sul territorio per ascoltare le esigenze di chi si deve curare o opera nel servizio sanitario ogni giorno. La nostra sarà una riforma aperta, pronta ad accogliere suggerimenti, perché come abbiamo detto fin dall’inizio: è solo partendo dal dialogo che si può costruire una sanità in grado di dare risposte a tutti. La proposta presentata da Bucci parte da presupposti diametralmente opposti ai nostri. Dopo aver ascoltato i territori, porteremo in commissione e in consiglio la nostra proposta”, affermano i gruppi di opposizione.
Vogliamo andare verso una sanità vicino al cittadino – continuano – proponiamo una riforma di prossimità per una sanità che risponda ai bisogni locali, favorendo un modello che includa uno studio dei fabbisogni, una distribuzione equilibrata dei servizi, gli ospedali coordinati, una transizione graduale e il coinvolgimento dei territori e dei sindaci. Rifiutiamo l’accentramento proposto da Bucci, chiedendo risorse e ascolto. Bucci confonde sanità con salute“, affermano.
Questa riforma è disegnata a tavolino con unico scopo ovvero nascondere che il disavanzo della sanità è di 250 milioni di euro, ben lontani dai ‘buchetti’ da 19 o 49 milioni circolati in precedenza”, sottolineano.
L’accentramento delle Asl è sbagliato per i cittadini perché non ci saranno più molti servizi sul territorio, è sbagliato per il personale sanitario perché i problemi che nasceranno dall’accorpamento verrà fuori nel corso dei mesi e degli anni, le rivendicazioni lavorative le dovrai fare a Genova non più sul territorio. E’ sbagliato anche dal punto di vista democratico perché quando metti un direttore operativo di area che sostituirà il direttore generale è sbagliato. Questa figura non è nulla. E’ una persona di fiducia che non deve avere nessun requisito particolare mentre il direttore generale ha studi, competenze e responsabilità. Il direttore generale non avrà più alcun potere decisionale come quello dei sindaci. Il loro ruolo sarà svilito. Verrà tutto deciso a Genova. L’accentramento del potere è pericoloso, la distribuzione del potere che c’era non esisterà più“, concludono gli oppositori.
La proposta di Bucci nasce senza ascoltare le esigenze dei cittadini, dei lavoratori della sanità e dei territori e senza uno studio dei bisogni, che è essenziale per programmare la Sanità.
Nulla viene detto sul futuro degli ospedali della Provincia di Savona. Purtroppo si sono rivelate infondate le promesse elettorali sugli ospedali di Albenga, Pietra Ligure e Cairo Montenotte.
Questa riforma accentra su Genova e rischia di indebolire l’offerta sanitaria sui territori creando cittadini di serie A e di serie B in base a disponibilità economica e zona di residenza”, spiega Jan Casella, consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra.
La controriforma in sintesi
– Sì a uno studio dei fabbisogni della popolazione sullo stato di salute della nostra comunità regionale, dei bisogni insoddisfatti e dell’inappropriatezza, che precede il modello da assumere, non viceversa
– Sì al rafforzamento delle tre Aree operative ottimali (AOO) Ponente, Area Metropolitana, Levante: costituiscono articolazioni sovra aziendali rispetto all’attuale articolazione. No a un’unica Asl
– Sì a costruire un modello di prossimità. No all’accentramento
– Sì ad avviare un processo di transizione graduale ed efficace. No a una riforma approssimativa costruita in corsa e di corsa
– Sì a un coordinamento unificato degli ospedali San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gaslini, Evangelico, Sestri Ponente, Pontedecimo e futuro ospedale di Erzelli e di Comunità. No alla fusione
– Sì a riportare la delega all’edilizia ospedaliera sotto l’assessorato alla Sanità. No al sistema dei commissari
– Sì a una riforma della sanità che avanzi insieme al Piano socio sanitario e al Piano sociale integrato, per migliorare l’integrazione dei servizi alla persona
– Sì a un nuovo patto con i medici di medicina generale per una sanità di prossimità
– Restituire centralità ai sindaci
