CAIRO, AMBIENTALISTI SODDISFATTI A METÀ DOPO LA DISCUSSIONE IN CONSIGLIO COMUNALE BERTETTO: LA PRIORITÀ È LA QUALITÀ DELL’ARIA: L’AMMINISTRAZIONE NON PUÒ DECIDERE DA SOLA

Mauro Camoirano
Ambientalisti soddisfatti solo a metà dopo il Consiglio comunale sul termovalorizzatore dell’altra sera, a Cairo. Voce fuori dal coro, “Progetto Vita e Ambiente”: «Giusto, giustissimo, contrastare un simile impianto, ma il vero problema, contingente, concreto, è l’attuale inquinamento dell’aria».
Dal “Coordinamento delle associazioni per il No” commentano quanto sentito in Consiglio: «Bene ma non benissimo. Accogliamo con favore il fatto che Lambertini abbia riconfermato un “no”, ma non basta, perché è, in realtà, un “no, ma vedremo” . Il compito di un amministratore è quello di dare delle certezze ai suoi concittadini che non meritano di continuare a stare in un limbo in balia di quello che potrà succedere in futuro, di cosa si metterà sull’altro piatto della bilancia, che sia la chiusura di una fabbrica inquinante, o la promessa di un ospedale, o la messa in sicurezza di un fiume. È un atteggiamento che lascia sempre uno spiraglio aperto, mentre i cairesi vogliono quella porta ben chiusa».
E che la gente sia contraria è stato evidente dalla folta partecipazione al Consiglio, così come parlano chiaro le oltre 4 mila firme raccolte in un solo mese. La gente non lo vuole. Perché inquina. Ma come si fa ad affermarlo se non c’è ancora nemmeno un progetto da valutare? Rispondono dal Coordinamento: «Abbiamo consultato i dati ufficiali disponibili degli inceneritori di Torino, Brescia Copenaghen e altri valori che sono stati espressi chiaramente da esperti del settore, anche durante il Convegno organizzato a Millesimo. Inoltre i dati sulle emissioni dell’impianto di Torino (visto, tra l’altro, che l’azienda promotrice dell’eventuale impianto in Val Bormida ci risulti sia la stessa, ovvero Iren) sono disponibili anche online. Da essi si evincono le emissioni di diossina, metalli pesanti, CO2».
Però perché una presa di posizione così netta, un fomentare una sollevazione popolare contro tale impianto, che tra l’altro è ancora a livello di ipotesi, mentre, come è stato sottolineato anche in Consiglio, non altrettanto impegno è stato speso verso altre situazioni di inquinamento reale su Cairo? «Il Coordinamento si è costituito per impedire l’installazione di nuovi impianti ad alto impatto ambientale. Per le aziende già insediate c’è un altro iter che è già stato ampiamente adottato da associazioni presenti tra le nostre sostenitrici».
Ma su questo, significativo il commento di Nadia Bertetto, dell’Associazione “Progetto vita e ambiente”, molto conosciuta a Cairo: «A Cairo c’è una priorità, perché è un problema non solo reale, ma anche contingente, ovvero la qualità dell’aria. E contro tale inquinamento da anni ci stiamo battendo da soli. Senza vedere nessuna delle tante associazioni che ora sono sulle barricate contro solo un’ipotesi. Sia chiaro, un’ipotesi da contrastare. Nettamente. Ma mi chiedo dove fossero, prima, o se forse c’è un inquinamento di serie A ed uno di serie B a seconda di certe variabili». Continua: «Allo stesso modo sarebbe ingiusto non riconoscere l’azione messa in campo dall’attuale amministrazione comunale per la qualità dell’aria. Ed anche qui mi domando dove fossero le amministrazioni precedenti. Che cosa abbiano fatto. Perché ora parlano di inquinamento, ma è anche per la loro latitanza che siamo in questo scenario, con picchi di benzene e benzoapirene non più sopportabili. Ma, è bene chiarire, quanto fatto da Lambertini non dà a questa amministrazione alcun diritto di poter scegliere, da sola, un impianto che i cittadini, ed è evidente, non vogliono sul loro territorio».
