CAIRO MONTENOTTE. VIVACE DISCUSSIONE CON LA MINORANZA CHE HA CHIESTO UNA DECISIONE DEL COMUNE

MAURO CAMOIRANO
CAIRO MONTENOTTE
Sala gremita, con almeno 200 persone anche al di fuori del Municipio, con la seduta che si è aperta con un minuto di raccoglimento per ricordare Franco Orsi.
Poi si è affrontato il nodo del termovalorizzatore. Il sindaco Paolo Lambertini ha ribadito: «Con la situazione ambientale oggi presente nel nostro Comune non c’è alcuna possibilità di accettare la realizzazione di alcun impianto. Per cui oggi il “no” alla possibile realizzazione del termovalorizzatore è fermo. Le scelte politiche del passato da un lato hanno portato in valle aziende chimiche o attività ad impatto elevato come quelle legate al carbone senza intervenire. Pertanto oggi il progetto del termovalorizzatore in Valbormida non può essere accolto».
Lambertini ha poi ricordato come «la nostra Amministrazione ha preso di punta la situazione ambientale e con un percorso lungo e faticoso è arrivata a identificare in modo certo l’origine degli agenti inquinanti, in particolare riguardo le attività della cokeria, e a definire, in collaborazione con altri enti preposti, un percorso di monitoraggi, controlli e azioni. La situazione della qualità dell’aria, pur in miglioramento, non è ad oggi accettabile». E affonda: «Tutto questo percorso lo abbiamo fatto da soli: nessun politico, nessuna associazione ambientalista (a parte l’associazione Progetto Vita e Ambiente), nessun volantino distribuito».
Lambertini ricorda, però anche che «in Italia ci sono 36 impianti e 450 in Europa, che contribuiscono a una migliore raccolta differenziata e chiudono il ciclo dei rifiuti senza creare particolari problemi ambientali, non più di altre attività industriali. Valutare i pro e i contro di questa scelta è un dovere. E non è mai stato detto che se i valori ambientali rientrassero sarà un “sì” al termovalorizzatore, ma che solo dopo che questi dati sono rientrati nella norma si potrà aprire una discussione».
Giorgia Ferrari incalza Lambertini chiedendo notizie sul ventilato accordo di programma per mitigare la situazione ambientale, e come, se si dovesse chiudere Italiana Coke, «che nessuno ha coraggio di nominare, ma quello si intende», come verrebbero riassorbiti i lavoratori. Poi accusa Lambertini di continuare a dare risposte ambigue.
Fulvio Briano rimarca che lo spirito con cui si è chiesto che il tema venisse discusso in Consiglio era un altro. Non per avere le stesse risposte evasive. Rimarca il virtuosismo di Cairo nella raccolta differenziata e come sia singolare come qualcun altro abbia invece pensato che Cairo sia idoneo alla costruzione di un inceneritore. E commenta: «Le tante persone presenti oggi testimoniano che è un argomento che accende la sensibilità della gente, e non a caso avevamo proposto un referendum consultivo che avete bocciato».
Continua: «Dire “no ma dobbiamo approfondire” è una forma di equilibrismo che diventa un “forse”». E incalza: «Finché non ci sarà un provvedimento da enti preposti superiori che dica che l’Italiana Coke è furilegge e deve chiudere, è inutile paventare ragionamenti che non sono realistici».
Lambertini replica: «Non abbiamo visto progetti, non abbiamo avuto contatti con aziende. Se la Regione davvero, come si dice, farà un bando entro fine anno-gennaio, noi diremo no. E nessuno ci ha mai parlato di espropri». Il sindaco si è detto disposto a un confronto con i capigruppo per una posizione condivisa. —
