MANIFESTAZIONE POPOLARE CON CARTELLI E STRISCIONI DENTRO E FUORI L’AULA COMUNALE OPPOSIZIONI CONTRO IL SINDACO: «NO A EQUILIBRISMI POLITICI, NOI SENZA INFORMAZIONI»


Il racconto
Luisa Barberis / Cairo 
«No all’inceneritore». «Non lasciamo che altri decidano che aria respirare». E ancora: «Non lasciamo bruciare il futuro della nostra valle» o «verdure e funghi alla diossina? No grazie». 
Sono solo alcuni dei cartelli che ieri sera i cairesi hanno portato in piazza per bocciare il progetto di accogliere un termovalorizzatore in valle. Incuranti del freddo e dell’orario, più di cento persone si sono date appuntamento fuori dal Municipio e hanno affollato i corridoi di Palazzo di Città, visto che la sala consiglio era troppo piccola per accoglierli. La fotografia della piazza è stata un chiaro indicatore del “no” degli abitanti e di quanto il tema sia sentito. 
In aula è andato in scena un consiglio straordinario e anche qui è arrivato un secco no all’impianto. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo di Franco Orsi e quello è stato anche l’unico momento di unità. Poi la discussione ha avuto il sopravvento. «Provo a chiarire ancora una volta la nostra posizione – le parole del sindaco di Cairo, Paolo Lambertini – Il nostro no non è una scelta politica o ideologica. La Valbormida ha subito già la presenza di insediamenti industriali che hanno compromesso l’ambiente. Oggi non siamo in grado di sopportare altre realtà impattanti. La situazione della qualità dell’aria è migliorata, ma è ancora preoccupante e occorre salvaguardare salute e ambiente. Chi siede in minoranza ha avallato l’arrivo di più impianti chimici sul territorio. Dire no a prescindere non è corretto, valutare i pro e i contro è un dovere politico e noi siamo responsabilmente interessati a capire da chi ha autorità, cosa comporta questo impianto. Detto questo, la nostra posizione di oggi è no. Quando la Regione pubblicherà il bando, la risposta sarà sempre no. Un dialogo si potrà aprire solo dopo che i parametri ambientali rientreranno». Parole che tuttavia non hanno convinto i due gruppi di opposizione: “Più Cairo” guidato da Fulvio Briano e “Cairo in Comune” di Giorgia Ferrari. Quest’ultima ha incalzato il sindaco a “fare nomi e cognomi” e giocare allo scoperto. «Per noi deve essere un no punto e basta – ha detto Ferrari – Basta fare equilibrismi. Non possiamo accettare la posizione del sindaco, che fa intendere che, se migliora la parte ambientale, allora ne potremo parlare. Abbia il coraggio di dire che, se chiude Italiana Coke, si può ragionare sul termovalorizatore. Per noi, però, le due cose vanno gestite separatamente e se Italiana Coke inquina, allora intervenga». Il consigliere Alberto Poggio ha chiarito che Cairo ha scelto la differenziata già nel 2014, indicando la strada. Briano ha chiesto più condivisione nelle scelte: «Basta dire che il progetto non esiste. Il termovalorizzatore è un tema e va affrontato. Non è dignitoso che il sindaco non dia notizie ai cittadini, quando il piano del Rina indica Cairo tra i siti papabili. La situazione va chiarito, ma apprezzo che siano arrivate aperture: Lambertini ci ha detto che convocherà la riunione dei capigruppo e la commissione ambiente per trasferirci le sue informazioni sull’arg omento. Va chiarita anche la situazione Italiana Coke: è stato detto che i dati ambientali sono preoccupanti, allora il sindaco ha tutti gli strumenti per poter intervenire, altrimenti sono parole».