LA STRUTTURA COMPLESSA DELL’OSPEDALE DI IMPERIA CENTRO DI RIFERIMENTO PER LA QUALITÀ CLINICA E ORGANIZZATIVA 


Paolo Isaia / Imperia
La chirurgia laparoscopica tridimensionale, la chirurgia con laser a Thulio per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, e la biopsia prostatica fusion. Sono le principali innovazioni introdotte nell’ultimo anno nella struttura complessa di Urologia di Asl 1, diretta da Franco Bertolotto. 
«La laparoscopia 3D rappresenta una rivoluzione assoluta rispetto alla laparoscopia tradizionale, il laser a Thulio affiancherà la chirurgia convenzionale nei casi indicati dalle più recenti linee guida internazionali, mentre la biopsia prostatica fusion ci ha consentito di ottenere esami bioptici di qualità elevatissima – spiega il primario, che illustra il valore aggiunto di queste tecnologie per i pazienti. «Tali innovazioni, volute e sostenute dall’Asl1, collocano la nostra Urologia ai livelli dei centri di riferimento nazionali. La visione tridimensionale della laparoscopia consente al chirurgo una profondità di campo reale e una precisione nei movimenti millimetrica, migliorando la dissezione dei tessuti, la sutura e la ricostruzione anatomica. L’intervento risulta così più sicuro, accurato e rispettoso delle strutture delicate, come nervi e vasi, con vantaggi concreti: minore perdita di sangue, riduzione del dolore post-operatorio, tempi di degenza più brevi e recupero funzionale più rapido. La laparoscopia 3D permette inoltre di ottenere risultati funzionali prima impensabili, soprattutto negli interventi urologici più complessi».
L’Urologia dell’Asl 1 ha recentemente adottato un sistema di organizzazione particolare e ottenuto importanti riconoscimenti, come la certificazione di qualità ISO 9001, che rappresenta un vero e proprio sistema strutturato di gestione dei processi diagnostico-terapeutici, volto a garantire standard elevati di efficienza, sicurezza e tracciabilità. «Il nostro reparto – prosegue il direttore – è stato premiato dalla Regione Lombardia con il Bollino Blu come centro urologico di riferimento, un riconoscimento che conferma la qualità clinica e organizzativa raggiunta. Non meno importante, sono attualmente in corso le procedure per la certificazione della nostra “Prostate Unit”, una struttura dedicata allo studio e alla gestione multidisciplinare del carcinoma prostatico, che rappresenta un ulteriore passo avanti nella presa in carico integrata del paziente».
Per la chirurgia prostatica, il laser a Thulio rappresenta una svolta. «Sono in corso le prove tecniche e i collaudi che ci consentiranno di avviare i primi interventi all’inizio del 2026. Oggi si parla spesso di laser e prostata, ma, attenzione, non tutti i sistemi sono uguali: il laser a Thulio rappresenta la fonte di energia più sicura e performante attualmente disponibile, capace di offrire risultati funzionali post-operatori nettamente superiori rispetto alle tecnologie precedenti». Quanto alla biopsia fusion, «è una metodica avanzata che, grazie a un software dedicato, consente di fondere digitalmente le immagini ecografiche con quelle della risonanza magnetica multiparametrica. In questo modo possiamo eseguire biopsie mirate con precisione millimetrica sulle aree prostatiche sospette individuate alla risonanza, ottenendo il massimo livello di accuratezza». Viene eseguita in Radiologia a Sanremo, diretta dalla dottoressa Stefania Russo. La multidisciplinarietà resta fondamentale in sanità – nella fattispecie con Anestesia e Rianimazione, guidata da Tiziana D’Amato, Chirurgia generale, diretta da Antonio Amato, e Oncologia, di cui è primario Zaira Coccorullo.
C’è poi il rapporto con i pazienti. «Mi capita di vedere persone che, per vari motivi, vengono indirizzate verso altri ospedali. È una scelta assolutamente legittima, ma comporta inevitabilmente la frammentazione del percorso di cura che, soprattutto nei casi più complessi, come quelli oncologici, rappresenta un elemento cruciale per il successo terapeutico. Noi medici sappiamo bene che un paziente non ha bisogno solo di un intervento, ma di un percorso completo, che comprenda diagnosi, trattamento, assistenza e follow-up. Quando queste fasi si svolgono in strutture diverse, è impossibile garantire quella continuità e quella prossimità che sono fondamentali per una buona medicina, aspetti che considero oggi uno degli aspetti più importanti del nostro lavoro». —