
Sarà pur libero il candidato alla presidenza della Campania Roberto Fico di comprarsi prima un gozzetto, e poi sostituirlo con uno Sciallino 34, per godersi il mare del golfo di Napoli. Parliamo di un ex parlamentare che ha attraversato due mandati, è stato presidente della Camera e ha restituito 700 mila euro di indennità. Nulla di scandaloso, anzi.
Fa piuttosto sorridere che a deriderlo per essersi fatto una barca – come il dentista di Johnny Dorelli nel film anni ’80, in replica in questi giorni sul Canale 34 – sia proprio il centrodestra, che ha fatto dell’ostentazione dei lussi ben più sfrenati un tratto identitario della propria politica.
Basta leggere le parole della ministra Daniela Santanchè: “mi odiate perché sono ricca”. No, il punto non è certo quello, ma il processo per i 120 mila euro di fondi della cassa integrazione Covid che avrebbe saccheggiato. Accusa ben più grave della vicenda messa in giro da FdI sull’ipotetico ormeggio abusivo di Fico nel porto militare di Nisida.
Il fatto è semplice: come qualunque napoletano posillipino, anche Fico avrebbe preferito ormeggiare a Mergellina. Ma gli apparati di sicurezza che seguivano la terza carica dello Stato gli segnalarono che la costa napoletana, all’epoca, era attraversata da inchieste continue sul racket dei pontili illegali. Per ragioni di sicurezza gli fu quindi consigliato di rivolgersi al circolo dell’Aeronautica di Nisida.
Fico non ha fatto altro che seguire le indicazioni dello Stato. Tutto qui.
