
Satira ultra-graffiante
C’è un gioco di società che in Italia non passa mai di moda: “Indovina il nuovo leader”. Ogni qualche mese compare un volto fresco da incensare come salvatore della patria. Questa volta la ruota ha estratto: Silvia Salis.
Ex martellista: dettaglio interessante. Perché oggi serve un martello per piantare bene nella testa dell’opinione pubblica l’idea che questa sia la soluzione. Alla crisi della sinistra, dell’Italia, dell’umanità, della raccolta differenziata. Tutto.
La coalizione che la sostiene? Una specie di zoo parlamentare: dentro c’è di tutto. Renziani ritrovati, moderati ritoccati, liste civiche che spuntano come i funghi, ex liberali in via di redenzione, qualche superstite del PD, un paio di bandiere arcobaleno, un santino di Mattarella e due civici reclutati tramite Groupon. L’unico che manca è il Mago Do Nascimento, ma solo perché non hanno avuto il tempo di chiamarlo.
L’operazione è limpida come un vetro appannato: prendere una figura credibile e usarla come copertina per un progetto che non sa cosa vuole essere, ma sa benissimo chi vuole far rientrare. Possibilmente senza far troppo rumore: i cavalli di Troia, si sa, non amano la pubblicità.
E così, mentre la sinistra reale viene trattata come un soprammobile fuori moda — tipo le bomboniere dei matrimoni anni ’90 — si costruisce l’ennesima coalizione XXL: politicamente lite, retoricamente premium.
Nel frattempo il Paese va a rotoli. Sanità? Smontata come un mobile IKEA senza istruzioni.
Scuola? Resiste per miracolo, tipo pianta grassa in salotto.
Lavoro? È tornato di moda il precariato “vintage”.
Disuguaglianze? Sono l’unica cosa che cresce con continuità scientifica.
Ma tranquilli, dicono: “Arriva la nuova proposta”. Che poi “nuova” è un modo gentile per dire che sotto l’etichetta fresca c’è la solita merce del magazzino politico che non muore mai, come il pandoro a marzo nei supermercati.
E così si va avanti, tra sorrisi perfetti e comunicati ottimisti, mentre la politica si auto-rassicura che essere tutti al centro sia il modo migliore per rappresentare chi al centro non ci vive affatto.
L’unico consiglio ai naviganti è semplice: quando una coalizione ti sembra un minestrone, non chiederti se è buono — chiediti cosa hanno cercato di coprire col formaggio grattugiato.
E quando il “nuovo corso” dovesse rivelarsi l’ennesimo déjà-vu con luci a LED, niente stupore: era tutto già scritto. A caratteri cubitali. Semplicemente non conveniva leggerlo.
