All’assalto di Pokrovsk. Mosca spedisce rinforzi per la città-chiave che sembra prossima alla caduta (secondo l’intelligence ucraina per rimpiazzare feriti e caduti) e sguarnisce il fronte di Kherson e Zaporizhzhia. Ma anche l’Ucraina ha “enormi problemi con i soldati, con le risorse umane”, ha dichiarato il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, che teme l’“inarrestabile” avanzata russa: la differenza numerica diventa “sempre più grave”.
Oltre alla catastrofe militare dei soldati al fronte, Kiev affronta anche una grave questione politica e morale. Lo scandalo degli appalti energetici e delle tangenti da milioni di dollari nato dalle indagini dell’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina e del Procuratore specializzato anticorruzione si allarga ogni giorno di più: Zelensky ha chiesto ieri le dimissioni immediate del ministro della Giustizia Herman Halushchenko e della ministra dell’Energia Svitlana Hrynchuk (poi confermate da lei stessa via social); il Consiglio dei ministri ha sciolto il consiglio di sorveglianza di Energoatom, il colosso energetico statale coinvolto negli appalti truccati; in totale sono otto le persone inquisite per corruzione, abuso d’ufficio e arricchimento illecito. Finirà in manette anche il direttore esecutivo della sicurezza della società, Dmytro Basov.
“È soprattutto una questione di fiducia – ha dichiarato ieri il presidente ucraino –. È estremamente difficile per tutti in Ucraina in questo momento. Stiamo attraversando black-out, raid russi, perdite. È assolutamente anomalo che ci siano ancora intrighi nel settore energetico. Firmerò un decreto sull’applicazione di sanzioni contro due persone che compaiono nel caso”.
Solo a inizio novembre, durante il meeting d’adesione all’Ue, Bruxelles consigliava all’Ucraina di applicare le riforme ed evitare di arretrare nelle riforme anticorruzione – questo colpo, che ha fatto cadere elementi di spicco del governo, rischia di minare il cammino verso l’Unione. I media nazionali non risparmiano interrogativi al presidente: nello scandalo degli appalti “persino amici e collaboratori intimi di Zelensky sono coinvolti, il che solleva interrogativi su cosa Zelensky sapesse e, se non lo sapeva, perché” non era a conoscenza dei fatti, scrive il Kyiv Post.
Sul fronte diplomatico, intanto, secondo il Financial Times “il consigliere per la sicurezza nazionale del Regno Unito, Jonathan Powell, ha cercato di aprire un canale di comunicazione con Putin, poiché la Gran Bretagna e i suoi più stretti alleati europei temevano che l’amministrazione Trump potesse mettere da parte i loro interessi sull’Ucraina”. Il contatto c’è stato, ma il dialogo non è continuato.