
Siamo esterrefatti dalle parole del presidente della Provincia Olivieri: parlare di “opportunità” per un incenerimento in Val Bormida significa ignorare la storia, la salute e il futuro di un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo all’inquinamento industriale. Non una parola invece viene spesa sulle emissioni inquinanti, sui rischi per la qualità dell’aria, per le falde acquifere, per la salute dei cittadini. Le “tecnologie moderne” non cancellano la realtà: un termovalorizzatore produce diossine, metalli pesanti, polveri sottili, e ceneri tossiche che devono essere smaltite in discariche speciali. La vicenda delle 27.000 tonnellate di ceneri del Gerbido abbandonate a Cairo dimostra quanto sia fragile e opaca la gestione di questi rifiuti”.
Lo dichiara la coordinatrice del M5S Savona Stefania Scarone, che poi aggiunge: “Si continua a evocare “ritorni per le aziende e i residenti”, ma l’esperienza di impianti analoghi in Italia insegna che l’occupazione diretta è minima e temporanea, mentre gli impatti negativi su turismo, agricoltura e qualità della vita sono duraturi. Se davvero vogliamo rilanciare l’economia valbormidese, investiamo su riciclo, bonifiche e filiere pulite, non sull’incenerimento”.
“Chi parla di “vocazione industriale” dimentica che non si rilancia un territorio sostituendo una fonte di inquinamento con un’altra. Non si può barattare la chiusura di Italiana Coke con un termovalorizzatore: significherebbe perpetuare un modello industriale vecchio, dannoso e senza futuro. Olivieri minimizza l’impatto dei camion, arrivando a dire che “non spaventa un maggior numero di mezzi pesanti”. Ma la viabilità valbormidese è già al limite tra strade strette, centri abitati attraversati, arterie pericolose e logorate dal traffico industriale. Aumentare il flusso di TIR per il conferimento sarebbe insostenibile”.
“Anche questa volta, come per il rigassificatore di Vado Ligure, si tenta di imporre una decisione dall’alto, ignorando la voce dei territori, dei sindaci e dei cittadini. La Regione parla di “responsabilità”, ma la vera responsabilità è ascoltare le comunità locali, non minacciarle con espropri”, conclude Scarone ribadendo la posizione del M5S sulla Val Bormida “che non deve diventare la discarica o il camino della Liguria. La chiusura del ciclo dei rifiuti deve basarsi su riduzione, riuso e riciclo, non sull’illusione del fuoco che brucia tutto: ambiente, salute e futuro”.
“Porteremo il tema della Val Bormida e dell’inceneritore in Commissione consiliare, ribadendo che la spinta a voler bruciare rifiuti certifica il fallimento del piano regionale mai attuato: le destre avevano promesso un TMB per provincia. Stiamo ancora aspettando”, aggiunge il capogruppo regionale del M5S Liguria Stefano Giordano
