liste d’attesa rappresentano da anni una delle principali emergenze sanitarie in Liguria, con migliaia di cittadini costretti a rinunciare a visite ed esami o a rivolgersi al privato a pagamento. Una situazione che vede compromesso “il principio costituzionale di universalità del diritto alla salute”, come ha spiegato nella sua interrogazione in Consiglio regionale Stefano Giordano (Movimento 5 Stelle).

“Appare evidente – ha detto Giordano – la necessità e l’urgenza di affrontare la questione in modo sistemico e trasparente, perché le misure spot, come gli straordinari serali o i fondi una tantum, non sono sufficienti a garantire una soluzione duratura”.

“A seguito di tutta una serie di azioni che abbiamo messo in campo – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò – oggi la lista d’attesa non è più considerata un muro invalicabile. Per le prestazioni di priorità B avevamo il 60% dei pazienti che non riuscivano a trovare un appuntamento. Oggi circa il 90% delle persone trova un appuntamento entro i 10 giorni. Per le altre due classi di priorità: per la D chi non trovava appuntamento era il 50%, oggi è il 15%; per le priorità P era il 29% l’anno scorso e oggi è il 17%. Questo è stato fatto con una serie di azioni che vanno da una maggiore immissione di risorse economiche, ma anche nel governare la domanda e cercare di gestirla”.

Tra le misure adottate dalla Regione, il tavolo organizzato con i medici di medicina generale per lavorare sull’appropriatezza delle prescrizioni. “In seguito a questi incontri – ha spiegato Nicolò – si è verificato anche un aggiustamento della domanda. Abbiamo attivato un tavolo permanente per venire incontro a quelle persone che fanno fatica a trovare un appuntamento. È chiaro che abbiamo ancora molto da fare, ma abbiamo iniziato un percorso”.
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