Per il Pd conta la linea di Schlein Calenda vale uno, Renzi deve decidere da che parte stare”

Luca de Carolis

C’è chi si sgola sull’esigenza di non “politicizzare” la partita del referendum sulla separazione delle carriere. Ma il capogruppo del M5S in Senato, Stefano Patuanelli, ha un’altra idea: “Questa partita è totalmente politica”.
Perché?
Perché questa è e resterà l’unica riforma di questo governo. Il premierato è fermo, l’autonomia differenziata è morta e il ponte sullo Stretto non si farà. Puntano tutto su questo, con un disegno di legge su cui il Parlamento non ha toccato palla. Il testo è uscito dalle Camere uguale a come vi era entrato, e ciò non ha precedenti nella storia delle riforme costituzionali.
Se dovesse vincere il No, Giorgia Meloni dovrebbe dimettersi?
Questa è l’unica riforma che potrebbero portare a casa. Se dovessero perdere, come farebbero ad andare avanti?
E se vincesse il Sì? Quanto sarebbe forte la botta per il centrosinistra?
Sarebbe un danno soprattutto per i cittadini. Questa non è una riforma per migliorare la giustizia, ma un disegno di legge per creare una giustizia a due velocità, e rappresenta il primo passo di una strategia. Separandoli dai giudici, il governo vuole rendere i pm più assoggettabili alla politica. A medio termine, proseguiranno abolendo l’obbligatorietà dell’azione penale, quindi punteranno a far eleggere i pubblici ministeri, come negli Stati Uniti.
Nel campo largo non siete poi così compatti. Diversi ex parlamentari dem sono per il Sì, e anche tra gli eletti in diversi sono silenziosamente a favore.
Sappiamo che su diversi argomenti non ci sono posizioni omogenee all’interno del Pd. Dopodiché per noi fa fede la linea della segretaria, Elly Schlein, nettamente contraria.
Con i dem avete subito litigato su una nota congiunta. Spiacevole, no?
Un banale incidente di percorso. Nulla di rilevante
In Senato Matteo Renzi si è astenuto, e Carlo Calenda ha votato a favore.
Calenda vale uno, nel senso che Azione ha due senatori, ossia lui e Marco Lombardo, che si è astenuto. Quanto a Renzi, questa è stata la sua posizione in Aula. Ma nel voto fuori del Senato non ci si potrà astenere. Dovrà scegliere tra Sì e No.
Voi 5Stelle potete utilizzare contro la riforma gli ex magistrati Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato…
Assolutamente sì.
Non teme che dal centrosinistra possano chiedervi di non esporli troppo, visto che una delle narrazioni è quella di “non schiacciarsi troppo” sui magistrati?
Federico e Roberto sono due parlamentari, e hanno un’evidente conoscenza di tutto ciò che attiene alla giustizia. Sarebbe proprio curioso che qualcuno avesse da eccepire sul loro ruolo in questa partita.
Lo ammetta, la destra è favorita perché potrà contare su un non detto, ossia sul fatto che questo referendum sarà contro i magistrati “cattivi”.
Ma questa riforma non potrebbe fare nulla contro i presunti magistrati cattivi. Vuole solo indebolirli, e renderli più permeabili dalla politica.
Il governo assicura che con il sorteggio dei componenti dell’Alta Corte che giudicherà i magistrati i rapporti tra politici e giudici saranno più difficili, e l’influenza delle correnti della magistratura ridotta.
Falso. Così non risolverà il problema delle correnti. Con il sorteggio, statisticamente, verranno comunque scelti i membri della corrente più numerosa. Per far funzionare meglio la giustizia servirebbero assunzioni e norme per semplificare. Ma a questo governo non interessa migliorare nulla. Questa riforma è sbagliata nel metodo e nel merito, e va fermata.