Termovalorizzatore, l’appello di Vaccarezza “Sindaci valbormidesi pensate al domani”

Valentina Carosini
Richiami alla disponibilità, all’approfondimento e alle dovute valutazioni prima di ogni decisione, la Liguria in stallo attende un cenno dai territori sul fronte dell’arrivo di un termovalorizzatore per contenere i costi della gestione dei rifiuti. Nel botta e risposta tra istituzioni e territori, fronte del sì e fronte del no, arriva anche un appello: è quello lanciato ieri dal consigliere regionale savonese Angelo Vaccarezza che dopo le parole del governatore Bucci si rivolge ai sindaci della Val Bormida, uno dei possibili territori individuati come adatti dallo studio del Rina per ospitare un impianto, opera necessaria e inserita nel Piano regionale sui rifiuti.
Mentre la Regione attende un ok preventivo e un passo avanti da parte dei comuni prima di aprire la manifestazione d’interesse rivolta alle aziende, Vaccarezza da ex sindaco parla ai primi cittadini dell’entroterra savonese. «Un sindaco deve assumersi l’onere della decisione e non può farlo con la pancia ma con la testa. Invito ogni sindaco ad approfondire pensando ai valbormidesi di oggi e di domani, mettere su un foglio i pro e i contro di ogni decisione e decidere qual è la cosa migliore, per la sua città di oggi ma soprattutto per la città di domani».
Nelle ultime ore era stato il governatore della Regione Marco Bucci a tornare sulla necessità dell’opera, più volte indicata come prioritaria per la Liguria che affronta costi crescenti per spostare agli impianti delle regioni limitrofe – Lombardia e Piemonte – per il trattamento finale dei rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi non altrimenti riciclabili. Senza un nulla osta da parte di un comune, «alla fine dovremo fare espropri anche se non voglio arrivarci», aveva detto Bucci due giorni fa, specificando che «la partita si sbloccherà nel momento in cui avremo da uno o più sindaci l’autorizzazione a fare il termovalorizzatore nell’area comunale, e ci sono parecchi sindaci che sono favorevoli».
«Nessuno vuole l’inceneritore, tranne Bucci e i partiti del centrodestra – la risposta di un altro savonese, il consigliere regionale di Avs Jan Casella – Per questo il presidente minaccia l’esproprio dei terreni, se nessun sindaco darà il via libera all’impianto. Ma queste intimidazioni non fermeranno i cittadini che si stanno mobilitando contro l’opera». In realtà il sì preventivo dell’ente non è previsto dalle norme vigenti. La previsione deve invece rispettare il piano dei rifiuti regionale, che non indica il luogo in cui far sorgere un impianto ma solo le aree con caratteristiche non adatte ad ospitare un termovalorizzatore. Che impatterebbe però sui costi di gestione attuali: «Parliamo di cifre macro – ricorda l’assessore all’Ambiente della Regione, Giacomo Giampedrone – oggi abbiamo una media di costo che supera in alcuni casi i 100 euro, i paesi del Nord più evoluti con economia circolare che chiude il ciclo in casa propria ha una media di costo al cittadino su chilo di materiale smaltito che si aggira tra i 40 e i 50 euro». —
