Dall’Islanda alla Grecia, da Johnson a Mahon, in Europa i premier inciampano su case e ristrutturazioni, costretti a spiegare – o a dimettersi – da stampa e opposizioni che fanno il loro mestiere.
In Italia, invece, il presidente del Consiglio invoca la privacy e un membro del Garante nominato dal suo partito si attiva “con urgenza” per chiedere agli uffici come “omettere più informazioni possibili”. È Agostino Ghiglia, in quota Fratelli d’Italia, già al centro dello scontro con Report per la multa da 150 mila euro dopo un passaggio in via della Scrofa, dove aveva incontrato Arianna Meloni. Ora – secondo Report – avrebbe scritto agli uffici per valutare se e quanto “coprire” l’interrogazione di Italia Viva sui lavori della villa di Giorgia Meloni. Nel video che andrà in onda domenica alle 20.30 su Rai3, la frase è chiara: “Cercatemi l’interrogazione dell’onorevole Bonifazi su casa Meloni. Approfondiamo se è suo diritto avere risposta a tutte le domande in dettaglio o se qualcosa si può coprire in termini di protezione dei dati, al netto della trasparenza e dell’interesse pubblico”. E poi: “Urgente”. La premier tace. Il ministro Luca Ciriani a marzo risponde blindandola: Meloni “poteva ben opporsi”, ma non serve perché “non si ravvedono motivi per fornire un elenco dei fornitori privati”. Tradotto: non si può sapere. Matteo Renzi ora li aspetta tutti al varco: “Attendo di vedere la puntata e l’esito della vicenda, poi farò le mie valutazioni in sede istituzionale”, dice al Fatto.
Il caso Ghiglia non è più un incidente isolato. Prima la visita in via della Scrofa, poi l’affaire Asl di Torino, con la cugina manager che diceva “ne parlo con mio cugino Ago” e otteneva una sanzione ridotta. Adesso la villa della premier.
Ma ora anche Ghiglia invoca la privacy per sé. Si dice “sconvolto dall’ennesima intrusione nella mia vita privata” e accusa Report di “stillicidio di taglia e cuci” e di violazione della corrispondenza. “Mi piacerebbe che Ranucci fermasse la betoniera del fango e ci mettesse la faccia”, dice all’Ansa. Il Pd chiede che venga audito in Vigilanza Rai, mentre in Fratelli d’Italia trapela irritazione: “Si è fatto beccare”, ammettono alcuni, mettendo in imbarazzo la premier e la sorella. In Islanda un premier cadde per una villa offshore. In Italia, la privacy pare la nuova immunità di partito.