Altare, ancora un “no” a un parco eolico In Consiglio la delibera su Piccapietre

Luca Maragliano
Parchi eolici sui crinali della Val Bormida, non si fermano le iniziative di contrarietà da parte di amministrazioni e comitati ai nuovi progetti. L’amministrazione comunale di Altare, guidata dal sindaco Roberto Briano, dopo avere firmato il 17 ottobre scorso il ricorso al Tar (insieme ai Comuni di Cairo e Mallare) per chiedere l’annullamento della decisione della Regione che, lo scorso agosto, ha dato semaforo verde alla valutazione di impatto ambientale per il progetto Bric Surite, domani sera alle 20, 45 porterà in Consiglio comunale una nuova delibera contenente le osservazioni contro il progetto Piccapietre. «Si conferma la decisa opposizione al progetto – si legge nelle osservazioni della giunta –, che, pur previsto sul territorio di Cairo, risulta a ridosso del nostro comune. Confidiamo in una presa di posizione chiara da parte degli enti competenti, affinché il territorio venga preservato da progetti invasivi dal punto di vista naturale e paesaggistico». 
Sempre sul fronte della lotta contro i nuovi progetti eolici industriali, negli ultimi giorni i portavoce del Coordinamento Tutela del Montecerchio hanno reso noto che il ministero dell’Ambiente ha espresso parere negativo in merito alla compatibilità ambientale del progetto eolico Cravarezza, che prevede la costruzione di sette aerogeneratori (per una potenza di circa 30 megawatt) su un’area compresa tra i territori dei comuni di Calice Ligure, Mallare, Orco Feglino e Altare. 
«Un segnale forte a favore della salvaguardia degli ecosistemi e di una pianificazione che metta al centro il paesaggio e la sostenibilità» spiegano dal coordinamento, sottolineando come con la bocciatura di questo progetto arrivi un semaforo rosso alla tanto discussa sottostazione elettrica prevista in località Acque a Mallare, in un’area già inserita da tempo tra quelle a rischio esondazione. «Il cuore dell’assurdità progettuale dell’impianto eolico Cravarezza risiede proprio lì – dicono –. Come è possibile che le procedure di valutazione di impatto ambientale possano avallare l’approvazione di progetti la cui funzionalità è vincolata a infrastrutture inesistenti?». —