Alla conferenza “Che fare?” Alessandro Di Battista ha richiamato il concetto di partito di massa, individuandolo come possibile modello per una nuova stagione politica. Un tema che, nel 2025, merita di essere approfondito oltre le suggestioni nostalgiche delle vecchie “sezioni” di partito.

Oltre la nostalgia della sezione

Nella società attuale, fortemente individualista e frammentata, il radicamento territoriale non può più basarsi su una rete capillare di sedi fisiche, ma su strutture organizzate, competenti e trasparenti. Un partito di massa deve fondarsi su quattro pilastri: organizzazione gerarchica, formazione politica e culturale, selezione meritocratica della classe dirigente e democrazia interna reale, con la contendibilità di ogni incarico, incluso quello del leader.

La formazione come fondamento

La formazione è il presupposto per una partecipazione consapevole: chi si candida a rappresentare i cittadini dovrebbe possedere conoscenze di base in storia, diritto, economia, psicologia sociale e comunicazione politica. Parallelamente, è necessario riconoscere che l’impegno politico è un lavoro, che richiede tempo, studio e responsabilità, e che deve quindi essere sostenuto anche sul piano economico.

Il valore della democrazia interna

Il principio di democrazia interna rappresenta la condizione per evitare il rischio dei partiti personali, oggi diffusi in molte forme. Un vero partito di massa, per essere tale, deve saper coniugare pensiero lungo, struttura solida e partecipazione diffusa.


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