Inceneritore, la svolta dei sindaci della valle Lambertini: «Dire “no ” a priori non va bene» 


Il caso 
Luisa Barberis / Carcare
«Siamo disponibili a sederci al tavolo per valutare il progetto termovalorizzatore, ma prima va affrontata la situazione ambientale di Cairo. Questa è la condizione–base per avviare ogni tipo di ragionamento». 
È la posizione assunta ieri dai sindaci di Cairo, Carcare, Millesimo e Cengio, che si sono incontrati in Comune a Carcare che di fatto apre la porta all’ipotesi di accogliere il termovalorizzatore nell’entroterra. 
Dopo mesi di discussione, tentennamenti e anche delibere e ordini del giorno per il no all’impianto in valle, ora la partita per costruire il nuovo impianto per chiudere il cerchio dei rifiuti sembra far registrare un’accelerata. Tutto ruota intorno a Cairo, perché è questa l’area sulla quale, ammesso che il processo arrivi sino in fondo, è più probabile che venga costruito l’impianto. Il sindaco, Paolo Lambertini, chiarisce: «Questa è una decisione di tutta la Valle: convocheremo un incontro con i 19 sindaci dei comuni dell’entroterra, o quantomeno quelli che non sono per un no assoluto, in modo da condividere il percorso. Ribadisco che non è ancora stata presa alcuna decisione e questo non è un sì per costruire subito. C’è la volontà di fare un passo in avanti per capire, vuol dire che, se ci sono già soluzioni progettuali, siamo pronti a valutare per capire i parametri dell’impianto, cosa porta al territorio ospitante, quali ricadute ci sarebbero, chi controlla. C’è però una condizione, sulla quale Cairo, ma anche gli altri non transigono: prima di far partire un nuovo ragionamento, va affrontata la situazione ambientale attuale». 
Il problema riguarda soprattutto il valore del benzoapirene. «È mio dovere segnalare che i dati non vanno bene, il benzoapirene preoccupa molto – aggiunge Lambertini -. Sul termovalorizzatore non ho cambiato idea: ho sempre detto che i no a priori non vanno bene, semmai è dovere di un amministratore informarsi e capire. In Italia ci sono 36 impianti, alcuni in centro città, ci sono già esperienze e dati». 
Al tavolo di ieri, oltre a Lambertini, erano presenti il sindaco di Millesimo Francesco Garofano (FdI), quello di Cengio Francesco Dotta e Rodolfo Mirri (Pd), unico amministratore di centrosinistra. 
«Faccio parte di un collegio di sindaci ed è doveroso informarmi – ha chiarito Mirri – resto perplesso sull’ipotesi termovalorizzatore in valle, ma sono un sindaco che non decide da solo. Ne parlerò in maggioranza, se la pratica è da portare in consiglio comunale, anche la minoranza avrà possibilità di esprimersi. Già una volta abbiamo votato no, ora le cose si stanno definendo meglio. Prima di decidere tutti, sindaci e consiglieri, saranno chiamati a dire la loro». 
Netta la posizione del primo cittadino di Millesimo, Francesco Garofano: «La logica direbbe di fare l’impianto a Genova, perché i dati sulla spazzatura sono chiari. Se si vuole fare una discussione sulla Valbormida, noi sindaci abbiamo il dovere di tutelare l’interesse della comunità. Si tratta verificare la situazione ambientale, ma non solo quella. Altrimenti non se ne parla neppure». 
L’alternativa alle aree cairese è la zona genovese di Scarpino. In Valle sono state valutate anche le aree ex Acna, ma l’ipotesi è tramontata. Il sindaco di Cengio, Francesco Dotta, ha già spiegato che: «Dopo anni di inquinamento, su Cengio ci sono altri progetti». Ma è comunque d’accordo a valutare il termovalorizzatore: «Se il carico ambientale che oggi esiste su Cairo verrà ridotto o azzerato, non vedo perché non valutare il progetto, potrebbe essere un’occasione per la valle». —