Oggi si è riunito il tavolo tecnico dei sindaci della Val Bormida per discutere l’ipotesi di un impianto regionale dei rifiuti.

Presenti i primi cittadini di Cairo, Carcare, Cengio e Millesimo, insieme al presidente della Provincia Pierangelo Olivieri.

Il vertice si è chiuso con una posizione condivisa: apertura al dialogo con tutto il territorio, ma nessuna disponibilità concreta finché non verranno risolte le criticità ambientali che gravano sulla valle.

“Ad oggi non abbiamo gli strumenti e i dati per dire se siamo favorevoli o contrari – ha dichiarato il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini – ma restano problemi irrisolti come il sito Italiana Coke.

Finché non ci saranno garanzie su sicurezza, ambiente e infrastrutture da parte della Regione, la nostra valutazione resterà negativa.”

Sulla stessa linea il sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri, che ha ribadito la necessità di un approccio unitario e trasparente:

“Serve una decisione comprensoriale, altrimenti non si va da nessuna parte.

Se la Regione vuole parlare di Val Bormida deve presentare un progetto preciso, non ipotesi generiche.

E io consulterò tutto il Consiglio comunale, maggioranza e opposizione, prima di dare qualsiasi assenso.”

💬 Da Genova il nuovo “escamotage”: il waste to chemical

Mentre i sindaci chiedono cautela e chiarezza, da Genova trapela una nuova formula: non più “termovalorizzatore”, ma “waste to chemical”.

Un cambio di nome che suona come un tentativo di rendere più accettabile un impianto che resta, nella sostanza, una forma di trattamento termico dei rifiuti.

Si parla di due impianti “di piccole dimensioni”, uno a Scarpino e uno in Val Bormida — una “soluzione di compromesso” che rischia però di trasformarsi nel solito trucco linguistico per far passare ciò che la valle ha già respinto.

🌫️ Cambiano i nomi, non i rischi

Dietro la retorica tecnologica del waste to chemical restano le stesse criticità di sempre:

emissioni, scorie, trasporti su gomma e impatti sulla salute.

E, come ricordano i comitati ambientalisti, non è possibile parlare di nuovi impianti in una valle che non ha ancora risolto i problemi storici di inquinamento industriale.

🚨 La Val Bormida chiede rispetto e verità

Il messaggio che arriva oggi dal tavolo tecnico è chiaro:

nessuna chiusura pregiudiziale, ma nessuna disponibilità a sacrificare ancora una volta un territorio già segnato da un secolo di servitù industriali.

La Regione vuole parlare di “innovazione”?

Lo faccia partendo dai dati, dalla trasparenza e da un vero confronto con i cittadini, non da nuovi slogan come waste to chemical.

👉 Cambiare nome non cambia la sostanza: l’inceneritore resta un inceneritore.