Inceneritore, ora i sindaci dicono sì


il caso 
Luisa Barberis / Carcare 
La Valbormida apre la porta all’ipotesi di accogliere il termovalorizzatore sul proprio territorio. Il “sì” a valutare il progetto dovrebbe essere ufficializzato già questa mattina, dopo l’incontro tra i sindaci di Cairo, Carcare, Cengio, Millesimo e la Provincia, organizzato nel municipio di Carcare. 
L’indiscrezione circola da ieri e il solo fatto che gli amministratori si rendano disponibili ad analizzare la pratica agita gli abitanti. In valle è stato infatti costituito un comitato, “No all’inceneritore”, che è composto da 16 associazioni liguri e piemontesi e da mesi organizza assemblee, azioni di volantinaggio e proteste per respingere con forza l’impianto. Ora la Regione sembra aver impresso un’accelerata, l’ipotesi più probabile è che l’impianto faccia rotta su Cairo, vicino alla cokeria, ma l’ultima parola spetta ai sindaci.
«La decisione non è ancora stata presa, ci confronteremo tutti insieme – ha chiarito ieri il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini a domanda diretta -: l’eventuale sì non vuol dire costruiamolo subito. Semmai ci rendiamo disponibili nel valutare il progetto, perché riteniamo sia giusto documentarsi prima di prendere una decisione così importante. Gli aspetti da valutare sono tantissimi: dove poter mettere l’impianto, cosa porta sul territorio nel momento dell’installazione e nel periodo d’esercizio. Vorremo capire a quali controlli viene sottoposto, chi li fa, chi fa da garante della sicurezza e dell’ambiente. Non ho cambiato idea: continuo a ribadire che prima di pensare a nuovi impianti, bisogna valutare la situazione ambientale di Cairo, che oggi non può sopportare un nuovo insediamento. Personalmente sono però convinto che i “no” a priori non portino da nessuna parte. In Italia ci sono 36 termovalorizzatori, che non danno problemi e anzi creano benefici alle comunità ospitanti. È tempo di capire dai tecnici cosa vuol dire avere un impianto sul territorio». 
Nei giorni scorsi la Regione ha ribadito la necessità di pubblicare il bando per costruire l’impianto al più presto, già entro fine anno. Sul piatto c’erano tre aree: l’ipotesi ex Acna di Cengio sembra tramontata, resta il braccio di ferro tra le aree genovesi di Scarpino e Cairo. 
Dopo un no su tutta la linea, ora in Valbormida il ragionamento sembra aver cambiato direzione, con gli amministratori pronti a valutare l’iter e avere voce in capitolo per evitare di vedersi calata dall’alto una soluzione senza che in cambio possano derivarne benefici. 
La riunione di oggi si annuncia dunque cruciale. A fare il punto su Cengio è il primo cittadino Francesco Dotta: «Ufficialmente le aree ex Acna non sono state scartate, ma ci sono difficoltà: non sono idonee per il fatto che c’è stato inquinamento e, a distanza di anni, la popolazione non è pronta a ricevere un altro impianto impattante per il territorio. Sono queste le ragioni che portano al no. Su Cairo si gioca un’altra partita e io condivido a pieno la posizione del sindaco Paolo Lambertini che prima chiede di affrontare la questione ambientale, ma è disponibile al dialogo. Questa volt a sarà un ragionamento di valle, di comprensorio». —