
Assieme, ma distanti. Separati: dalle transenne, dalla pioggia, da mesi di accuse e insulti incrociati. Nella piazza organizzata dai Cinque Stelle e presidiata dai progressisti tutti, quella Santi Apostoli che faceva rima con l’Ulivo di prodiana memoria, arriva anche una delegazione di Fratelli d’Italia. Si presentano i capigruppo Lucio Malan e Galeazzo Bignami, assieme al responsabile organizzazione Giovanni Donzelli e alla capogruppo in Vigilanza Rai, Augusta Montaruli. Vogliono mostrare visivamente che stanno con Sigrido Ranucci, anche se le destre – tutte – gliene hanno dette e minacciate di ogni sorta. Così ecco Donzelli, che rievoca: “I collettivi di sinistra nelle scuole e nelle università cercavano di impedirci di parlare nelle assemblee, difenderemo sempre la libertà di espressione”.
Gli chiedono segnali concreti, per esempio sulle liti temerarie, o se ritireranno le querele (ne presentarono una anche contro Ranucci, certo). Lui si arrangia così: “Se qualcuno fa querele temerarie fatte apposta per limitare la libertà, deve pagarne le conseguenze. C’è da migliorare la legge attuale? Parliamone con serenità”. Dall’altra parte della piazza, uno scroscio di pioggia fa incontrare Conte – l’organizzatore e l’unico politico a dire qualcosa dal palco – ed Elly Schlein. Si abbracciano. Piovono le domande sulla destra che è lì a pochi metri. Schlein sorride e non fiata, Conte resta immobile. Ma poi, da solo, parla: “La politica non può limitarsi a qualche gesto formale. Chiedo a Fratelli d’Italia di ritirare le querele nei confronti di Ranucci e che sblocchino la Vigilanza Rai, paralizzata da un anno dalla maggioranza”. I meloniani se ne stanno in gruppo. “Fate silenzio, parlano dal palco” gli dicono un paio di persone. Ed è scaramuccia con l’eurodeputato del M5S ed ex direttore de La Notizia Gaetano Pedullà, che a Bignami ricorda la querela che ha tuttora in corso con il suo ex quotidiano. Il capogruppo promette di ritirarla, ma Pedullà rammenta le citazioni civili e le querele di FdI. Nel frattempo si esprime Schlein: “La solidarietà non basta. Ritirino le querele e approvino il nostro emendamento contro le querele temerarie”. Malan se ne va di corsa, mentre sotto l’acqua arriva anche la 5Stelle Chiara Appendino, molto attesa dopo le sue dimissioni da vicepresidente. Lei incontra subito un’altra ex sindaca, Virginia Raggi. Abbracci, sorrisi. Ma il tema resta Ranucci. Lui dal palco rivela: “Meloni mi ha telefonato”. Ore prima era intervenuto a un seminario nel Parlamento Ue a Strasburgo dedicato a Daphne Galizia, giornalista maltese assassinata nel 2017: “In Italia abbiamo un editore come Angelucci, deputato, i cui giornali si sono prestati alla delegittimazione del sottoscritto: altri quotidiani si sono augurati la mia morte”. Di minacce ne sa qualcosa anche Roberto Saviano: “Oggi Ranucci riceve solidarietà, ma tra un mese potrà di nuovo essere dossierato o censurato: e i processi durano anni”.
