Gli alluvionati: «Ora risposte» A Cairo raccolte mille firme


Il caso
Cairo 
Ben 975 firme sono state depositate in Comune a Cairo per chiedere misure urgenti e altre da programmare nel tempo per mettere in sicurezza una volta per tutte il fiume Bormida e non veder mai più case, cantine, garage e negozi allagati dall’alluvione. È la sintesi della petizione che altrettanti cairesi hanno promosso per fare pressing sul sindaco Paolo Lambertini. Le firme corrispondono alla voce di chi per due volte, lo scorso 22 settembre e nell’ottobre 2024, si è ritrovato con l’acqua alle ginocchia a spalare fango e detriti. «Mai più in questa situazione», dicono ora gli abitanti, che si sono rivolti all’avvocato Fulvio Briano (capogruppo Più Cairo) per stilare un piano di interventi che proteggano la città, a partire da corso Dante. Per il prossimo 22 settembre, a un mese esatto dalla piena, è stato fissato già un appuntamento in Comune. 
«Servono subito barriere anti-alluvione – spiegano le portavoci Michela Lagasio, Manuela Molinari, Valentina Doria- una pulizia del fiume dai detriti, l’individuazione di un’area dove posteggiare le auto per evitare che vengano portate via dalla piena, un protocollo di comunicazione più chiaro che, con un messaggino come avveniva in epoca Covid, avverta tutti del pericolo». Tra gli interventi a medio termine ci sono la manutenzione idraulica del fiume e persino esercitazioni periodiche. Ma gli abitanti chiedono anche che i 50 mila euro raccolti dopo l’alluvione di ottobre vengano investiti subito: «Per comprare paratie mobili, pompe, sistemi di allerta». Se ne è parlato anche nell’ultima conferenza dei capigruppo e l’assessore Dogliotti si è impegnato a confrontarsi con la Fondazione Cima. —