
“Come si può mandare a casa Meloni?”
È la domanda che si sente ovunque. Ma forse, più che chiedersi come mandarla a casa, dovremmo capire come tornare a essere credibili agli occhi degli italiani.
Giorgia Meloni non è al 30% perché ha mantenuto le promesse: accise, blocco navale, tagli alle tasse — nulla di tutto questo è accaduto.
Eppure il suo consenso tiene, perché non si fonda sui risultati, ma sull’immagine: quella di una leader “forte”, che non si piega, che fa quello che vuole.
Molti la votano non per ciò che fa, ma per ciò che rappresenta: la sfida alle regole, l’illusione di poter essere “più forti” di un sistema ingiusto.
Attaccarla non basta, anzi spesso la rafforza.
Ogni polemica viene usata come prova del complotto di un “sistema” che vuole fermarla. Ogni scandalo diventa un trofeo.
Chi le si oppone con rabbia finisce per nutrire il mito che vorrebbe distruggere.
Il Movimento 5 Stelle deve capirlo: per vincere non serve urlare più forte, ma riconnettersi con chi non crede più nella politica.
Serve tornare nei territori, tra le persone, nelle piazze, nei mercati, nelle scuole.
Raccontare con parole semplici ma sincere cosa si può cambiare davvero: salari, affitti, sanità, ambiente.
Non basta dire “no”: bisogna tornare a dire “sì, si può fare, così”.
Ma soprattutto serve unità interna e spirito di squadra.
Le divisioni, i personalismi, i sospetti reciproci sono il più grande regalo alla destra.
Chi ha capacità e meriti deve poter emergere, senza timori o gelosie.
Chi vuole soltanto difendere la propria posizione, invece, non aiuta nessuno.
C’è poi un altro punto decisivo: le alleanze.
Non sono una resa, ma un atto di realismo.
Governo significa confrontarsi, mediare, costruire.
Chi vuole davvero cambiare le cose deve saperlo fare anche insieme ad altri.
L’idea di un Movimento isolato, puro ma irrilevante, non serve a nessuno: né al Paese, né ai cittadini che ci chiedono soluzioni, non solo testimonianza.
Quando le alleanze si fondano su obiettivi chiari — giustizia sociale, tutela dell’ambiente, diritti — diventano un mezzo per rendere possibile ciò che da soli non si potrebbe fare.
Governo è realismo, e il realismo è l’unico terreno dove i sogni diventano realtà.
Meloni cadrà, come sempre cadono i poteri che si chiudono nella loro arroganza.
Ma cadrà solo se ci sarà già pronta un’alternativa forte, concreta, credibile.
E quell’alternativa può essere ancora il Movimento 5 Stelle, a patto che torni a essere ciò che è sempre stato: un movimento popolare, onesto, vicino ai cittadini e capace di trasformare la rabbia in speranza, la protesta in proposta, la solitudine in comunità.
Perché per vincere, oggi più che mai, non basta attaccare: bisogna costruire.

Lettera aperta degli autisti cub alla direzione tpllinea di Savona con riferimento all’aggressione subita da un collega stamattina a Cairo. Grazie per lo spazio che vorrete assegnarle sul vostro giornale. Maurizio Loschi
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